Imposte

Lo Statuto del contribuente ha fallito, le speranze sono nella delega fiscale

di Marco Peruzzi

Rilanciare lo Statuto del contribuente, elevandolo a norma di rango costituzionale e mettendo fine alla possibilita' per lo Stato di derogarlo. Questo il monito lanciato ancora una volta dai dottori commercialisti ed esperti contabili riuniti ieri a Roma per il IV meeting dell'Aidc (l'Associazione italiana della categoria). Monito che ha subito trovato una sponda nel viceministro dell'Economia, Luigi Casero, il quale, intervenendo ai lavori, ha messo l'accento sulla necessita' di rendere effettive le finalita' dello Statuto auspicando fin da subito un 'Fisco piu' amico del contribuente a partire dalla fase di consulenza'. Agli interpelli - ha spiegato Casero - 'vanno date risposte chiare, piu' puntuali e immediate'.
Portavoce della richiesta di rafforzamento dello Statuto il presidente dell'Aidc, Roberta Dell'Apa, sostenuta da tutti i partecipanti al meeting, tra quali il presidente della Cassa, Renzo Guffanti, il presidente della sezione di Roma della stessa Aidc, Barbara Ricciardi, il presidente dell'Adc nazionale, Vilma Iaria, di fronte a uno dei padri dello Statuto del contribuente, Gianni Marongiu.
Tutti d'accordo nel sostenere il fallimento dell'attuale Statuto - di cui in poco meno di 14 anni si contano piu' di 500 violazioni - e l'opportunita' di un intervento di rilancio data dalla delega fiscale (legge 23 dell'11 marzo scorso). Una legge transitata attraverso i governi Berlusconi e Monti e giunta al traguardo della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale 59 dell'11 marzo con il governo Renzi, cui ora spetta il compito di attuarla - che dovrà rendere il sistema tributario italiano meno complesso e, per quanto possibile, più equo. Obiettivo principale della delega - che richiama espressamente il rispetto dei principi dello Statuto del contribuente - è avviare un percorso stabile di riduzione del prelievo, semplificando gli adempimenti per i contribuenti e potenziando, al tempo stesso, le forme di contraddittorio con l'amministrazione anche attraverso il rafforzamento della conciliazione.
Un provvedimento che il Governo Renzi ha accolto con grande favore, soprattutto per quanto riguarda la certezza del diritto e l'effetto atteso in termini di tax compliance, vale a dire l'adempimento spontaneo al pagamento delle imposte.
Lo Statuto va rafforzato - questo il senso degli interventi al meeting Aidc - perche' i contribuenti e con loro i consulenti fanno fatica a comprendere le continue modifiche sull'imposizione dei propri redditi, del proprio risparmio e del proprio patrimonio. In un paese strangolato dalle tasse - e' stato detto - è fondamentale avere una norma che possa essere sentita come una pietra miliare contro gli abusi dell'amministrazione finanziaria.
Oggi più che mai, dunque, lo Statuto del contribuente ha un senso e una funzione fondamentale. Ma come renderlo piu' efficace?
Le proposte in campo sono di vario tipo. La più gettonata è quella di elevare lo Statuto a norma di rango costituzionale, per evitare le ripetute violazioni e per ovviare alla debolezza mostrata in questi 14 anni. Oppure ampliare sia le fattispecie trattate sia l'autonomia del Garante, attribuendogli (anziché abolendolo come si è tentato di fare con la legge di Stabilità 2014) un maggiore potere decisionale.
Tra i punti più importanti su cui prevedere un rafforzamento si possono poi segnalare quelli che riguardano la chiarezza e la motivazione degli atti e quelli che prevedono il divieto di irrogazione di sanzioni e interessi nei casi di buona fede del contribuente.
Quindi si potrebbe ampliare il ruolo dell'interpello - come annunciato al meeting Aidc da Casero - e rendere più veloci le risposte, allargando anche la possibilità per l'amministrazione di intervenire mediante l'istituto dell'autotutela, cosi' da evitare al contribuente onesto di passare per le strade impervie del contenzioso.
Quale che sia il modo, un rafforzamento dello Statuto è comunque dovuto. Anche se in discussione, per una volta, non ci sono esigenze di gettito ma i principi di civilta' con cui uno stato moderno deve relazionarsi con i cittadini.

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