Professione

Per il collegio sindacale competenze e funzioni sempre più complesse

C’è da chiedersi se i nuovi compiti possano incidere sui profili di responsabilità

I temi Esg sono da tempo all’attenzione del mondo della finanza. Rispetto al passato, però, è cambiata la priorità che hanno assunto nell’agenda politica globale, e di riflesso la loro importanza per gli stakeholder nell’assicurare la sostenibilità dei modelli di business

Si tratta di una priorità supportata dall’evoluzione normativa: un cambiamento culturale che sta trasformando il concetto di continuità aziendale in quello di sostenibilità aziendale.

Così, l’obbligo di vigilare (anche) sull’integrazione della sostenibilità nelle strategie aziendali delle banche e degli intermediari finanziari non dovrebbe rappresentare una novità per il collegio sindacale. La circolare 285/2013 di Banca d’Italia richiede infatti all’organo con funzione di supervisione strategica di tenere conto, nella definizione delle strategie aziendali, degli obiettivi di finanza sostenibile e, in particolare, dell’integrazione dei fattori Esg nei processi relativi alle decisioni aziendali.

Specularmente, il Codice di corporate governance – proposto da Consob per le società quotate – richiede all’organo di amministrazione di guidare la società, sempre sotto la lente dell’organo di controllo, verso il perseguimento del successo sostenibile, inteso come la creazione di valore nel lungo periodo a beneficio degli azionisti e degli stakeholder, al fine di incrementare e preservare il valore della società nel lungo periodo.

Ne deriva che negli ultimi anni i sindaci sono sempre più coinvolti nella verifica sull’effettiva integrazione dei principi Esg: si pensi ad esempio al controllo sulla Dnf o, da ultimo, alla verifica sul Piano d’azione sui rischi climatici ambientali richiesto da Banca d’Italia (si veda l’altro servizio in pagina).

È aumentata in proporzione anche la complessità delle competenze necessarie a svolgere le funzioni di controllo, accentuato dalla velocità della trasformazione in atto: assenza di dati e frequente ricorso a informazioni e certificazioni provenienti da info provider terzi, difficoltà di misurazione e quantificazione dei rischi, scarso livello di standardizzazione delle informazioni e, da ultimo, un sistema normativo e regolamentare eterogeneo.

C’è da chiedersi quanto questo binomio – aumento della complessità di compiti e difficoltà nell’integrazione delle strategie Esg - possa incidere sui profili di responsabilità dell’organo di controllo: nella valutazione del Piano d’azione, ad esempio (solo per citare l’ultimo dei compiti che coinvolge l’organo di controllo degli intermediari vigilati), non sono previste specifiche sanzioni in caso di errori o omissioni; ma restano ferme le responsabilità di carattere generale (e i correlati profili sanzionatori) a cui è sottoposta l’attività dei collegi sindacali.

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