Diritto

Riparte la riforma della bancarotta, torna la commissione Bricchetti

Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha firmato il decreto di ricostituzione della commissione per l’adeguamento della disciplina penale al nuovo Codice della crisi d’impresa

di Giovanni Negri

Riparte la riforma dei reati fallimentari. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha infatti firmato il decreto di ricostituzione della commissione per l’adeguamento della disciplina penale al nuovo Codice della crisi d’impresa. La nuova commissione sarà ancora, come nello scorcio finale della passata legislatura, presieduta da Renato Bricchetti , ex presidente di sezione della Cassazione, confermati anche altri componenti di spicco come Francesco Mucciarelli, docente di Diritto penale a Milano all’università Bocconi, Fausto Giunta ordinario di Diritto penale a Firenze e Massimo Donini, docente di Diritto penale a Roma alla Sapienza; tra i nuovi ingressi i magistrati Giuseppe Amato, procuratore di Bologna, e Carlo Alberto Indelicati, presidente di sezione penale a Imperia.

Intoccata dalle frequenti modifiche normative di questi della legislazione della crisi d’impresa, la parte penale è rimasta la grande incompiuta da sanare. La costituzione nell’autunno 2021 da parte dell’allora ministra Marta Cartabia della prima commissione Bricchetti intendeva proprio intervenire su questa criticità, per cui a una disciplina civilistica ormai da tempo orientata al recupero degli asset produttivi e comunque alla salvaguardia e conservazione della produzione (con tutte le ovvie implicazioni occupazionali e di tutela degli stakeholders) non corrispondeva identica direzione della parte penale. Quest’ultima infatti resta ancora ampiamente sbilanciata sul fronte della protezione delle ragioni dei creditori e tuttavia più disattenta alle esigenze di prevenzione e tutela anticipata.

Poco meno di un anno fa, a luglio 2022, la prima commissione Bricchetti aveva concluso i lavori con la redazione di un articolato, poi integrato, a pochi giorni di distanza, per tenere conto delle necessità di messa a punto imposte dalla disciplina di recepimento della direttiva Insolvency. Ora, come traspare dalle ragioni di ricostituzione della commissione, quel testo sarà recuperato in larghissima, se non totale, parte.

Il nuovo decreto, infatti, sottolinea «che si rende opportuno addivenire sollecitamente a una definitiva proposta legislativa», sulla base dell’«esigenza di svolgere un esame approfondito dell’articolato redatto dalla citata commissione, al fine di mettere a punto ogni opportuno intervento di integrazione e coordinamento normativo».

Nel merito, il testo messo a punto attesta il cambiamento di prospettiva valorizzando, a vario titolo, gli effetti delle condotte riparatorie, in linea con quanto peraltro è previsto dalla più ampia riforma del processo penale.

Esemplare l’esclusione da punibilità quando l’autore di fatti di bancarotta (fraudolenta, preferenziale e colposa) ha volontariamente e integralmente posto rimedio al danno e rimosso il pericolo provocato, attraverso la ricostituzione dell’attivo corrispondente alle condotte di impoverimento del patrimonio e la ricostruzione delle scritture contabili prima della sentenza di liquidazione giudiziale.

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