Imposte

Covid, redditi in calo di 19 miliardi e taglio del 14,8% sulle spese detraibili

Il volume d'affari Iva perde il 10,2% rispetto all’anno precedente alla pandemia. Solo il 4% dei contribuenti dichiara oltre 70mila euro. Più pensionati con quota 100

di Marco Mobili e Giovanni Parente

Una plastica fotografia dell’Italia durante la pandemia. Il primo anno del Covid si è fatto sentire pesantemente sui redditi degli italiani. A prenderne atto sono anche i primi dati delle dichiarazioni 2021 (quelle riferite all’anno d’imposta 2020). Dalle statistiche divulgate dal dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia emerge come il reddito complessivo dichiarato tra 730 e modello Redditi sia crollato di 19,4 miliardi (attestandosi a 865,1 miliardi) rispetto al periodo d’imposta 2019. E va comunque segnalato l’effetto dell’obbligo di pagamento tracciabile sugli oneri detraibili, che calano del 14,8% (passando da 32 a 27,2 miliardi). Mentre sul fronte Iva il volume d’affari (3.195 miliardi) ha subito una contrazione del 10,2 per cento. I lockdown e le restrizioni hanno pesato su quasi tutti i settori, ma a pagare maggiormente il conto sono stati il settore del turismo con agenzie di viaggio, tour operator e guide che hanno lasciato sul campo il 73% del volume d’affari, trasporti (-61%), alloggi per brevi periodi (-50%). Allo stesso tempo, però, per effetto di bonus facciate e superbonus si è registrato un incremento del 45% del volume d’affari degli studi di architettura e di ingegneria. La spinta all’e-commerce prodotta dall’impossibilità di muoversi ha invece fatto cresce del 40% il “giro” di servizi postali e attività di corriere per il ritiro, il trasporto e la consegna pacchi.

Le dichiarazioni Irpef

Ma facciamo un passo indietro. Le dichiarazioni relative all’Irpef evidenziano situazioni stratificatesi ormai nel tempo. Circa il 27% dei contribuenti, che dichiara il 4% dell'Irpef totale, si colloca nella classe fino a 15mila euro, in quella tra i 15mila e i 70mila euro c’è il 70% dei contribuenti, che dichiara il 67% dell'Irpef totale. Quasi il 4% dei contribuenti dichiara, invece, più di 70mila euro, versando il 29% dell'Irpef totale. Considerando i valori medi, il reddito più alto riguarda il lavoro autonomo (52.980 euro). Il reddito medio dichiarato dagli imprenditori (titolari di ditte individuali) è di 19.900 euro mentre il reddito medio dichiarato dai lavoratori dipendenti è 20.720 euro e quello dei pensionati è 18.650 euro. Come mette in risalto il ministero dell’Economia, però, «la definizione di imprenditore non può essere assunta come sinonimo di “datore di lavoro” in quanto tra gli imprenditori sono compresi anche coloro che non hanno personale alle loro dipendenze».

Reddito d’impresa in calo

Fatta questa premessa, il trend generalizzato è nel segno del calo. Il valore medio del reddito d’impresa perde l’11% rispetto a prima della pandemia, quello di lavoro autonomo si riduce dell’8,6% (come rimarcato anche da una nota del Consiglio nazionale dei commercialisti), quello di lavoro dipendente dell’1,6% mentre il reddito medio dei pensionati è in controtendenza (+2%). A tal proposito, le statistiche evidenziano una riduzione dei lavori dipendenti (-287mila) e un aumento dei contribuenti pensionati (+58mila) per effetto dell’uscita anticipata con quota 100.

Altro dato molto significativo riguarda le tax expenditures. La stretta sull’obbligo di pagamento tracciabile delle spese detraibili insieme a quella sulla commisurazione al reddito complessivo ha prodotto un taglio di circa il 14,8 per cento. In questo contesto, il dipartimento delle Finanze scende nel dettaglio, da cui si evince «il decremento delle spese sanitarie (-16,5%), degli interessi per mutui su abitazione principale (-9,5%) e delle spese per istruzione non universitarie (-39%)».

Tuttavia in tema sconti fiscali va rimarcato l’effetto del bonus facciate con 1,1 miliardi di spesa mentre la partenza del superbonus negli ultimi mesi del 2020 viene “intercettata” dalle dichiarazioni con 132 milioni di euro di spesa.

Un accenno meritano anche le addizionali Irpef. Quella regionale vale circa 12 miliardi di euro (-2,6% rispetto al 2019). L’importo medio è pari a 420 euro, con il valore più alto nel Lazio (630 euro) e quello più basso in Sardegna (270 euro).L'addizionale comunale si attesta, invece, complessivamente a circa 5 miliardi di euro (-1,6% rispetto al 2019) con un importo medio pari a 200 euro: si va da un massimo di 260 euro nel Lazio a un minimo di 90 euro in Valle d'Aosta.

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