L’età giusta per l’uscita professionale tra sostenibilità e diritti individuali
Al congresso del Notariato confronto di sistemi tra il sottosegretario Durigon e l’ex ministra Elsa Fornero. Insieme ai nuovi requisiti si farà la separazione tra previdenza e assistenza
L’età giusta per la pensione in una società mutevole? Un concetto «relativo» per l’ex ministra del lavoro Elsa Fornero, «un diritto» che matura «senz’altro dopo 41 anni di contributi» secondo il neo sottosegretario al Lavoro e alle Politiche sociali, Claudio Durigon che, in attesa delle riforma «che faremo nella prospettiva dei cinque anni (di governo, ndr) ha anche definito «naturale» la proroga immediata di Opzione donna e dell’Ape sociale.
Se il confronto davanti alla platea del 56° Congresso del notariato si proponeva di sottolineare le differenze di visione del pianeta previdenziale tra vecchi e nuovo governo, la dialettica del palco non ha tradito le aspettative, sottolineate dagli applausi alternati - e alternativi - ai due principali relatori del panel di chiusura della convention pubblica.
Per Elsa Fornero il criterio anagrafico di uscita è subordinato a tre parametri: demografia, crescita economica e una formula di calcolo che non può discendere dalla politica ma da un concetto di equità» perché «non si può attribuire oggi, a danno delle generazioni future». E alla sottolineatura del moderatore, Francesco Giorgino, secondo cui «il suo era un governo tecnico, ma oggi c’è un governo politico» l’ex ministra ha citato, declinandola, il premier Giorgia Meloni «”uso non ideologico dei temi sociali importanti”, uscendo infine dalla campagna elettorale». Provocazione a cui Durigon ha risposto senza scomporsi, sottolineando che gli elettori «votano un programma vasto e completo, in cui figurano anche le pensioni» e «il compito nostro è di realizzare quel programma». Certo, «senza sfasciare i conti» ma «convinti che dopo 41 anni è giusto avere il diritto di andare in pensione, anche perché un’azienda investe più volentieri su un giovane piuttosto che su un 62enne» e sapendo che «in Francia la pensione è a 62 anni». E comunque la riforma «separerà l’assistenza dalla previdenza, cosa che si doveva fare da anni». Quanto ai professionisti («1,5 milioni di iscritti alle Casse privatizzate», ha ricordato il presidente Adepp, Alberto Oliveti) «sono trainanti in questa fase economica - ha aggiunto Durigon - tante casse sono fiore all’occhiello, per altre in situazione grave, come l’Inpgi (giornalisti, ndr) siamo intervenuti (con l’assorbimento nell’Inps, ndr)».
E secondo l’Inps, qual è la giusta età pensionabile? Quella dell’«equilibrio finanziario a lungo termine» ha detto il direttore generale Vincenzo Caridi, e dell’«equità» ma tenendo fermo «il ricambio generazionale che è indispensabile per la competitività». E comunque l’età di ritiro va sempre commisurata «alle condizioni personali di salute e familiari».