Professione

Commercialisti e fondo perduto, prorogare al 31 ottobre la presentazione della dichiarazione

Le proposte del Consiglio nazionale nel corso dell’audizione sul decreto Sostegni-bis

di Federica Micardi

Fondo perduto, i commercialisti chiedono di posticipare dal 10 settembre al 31 ottobre la presentazione della dichiarazione. La richiesta è stata ufficialmente formulata nel corso dell’audizione sul decreto Sostegni-bis presso la Commissione permanente Bilancio, Tesoro e Programmazione della Camera dei deputati. Il problema si pone perché nuovo contributo “perequativo” introdotto con il Dl 73/2021 dall’articolo 1, commi 16-27 può essere richiesto solo da chi ha presentato la dichiarazione entro il 10 settembre.

Un termine che i commercialisti, nel documento presentato in audizione, definiscono assolutamente inadeguato, sia perché troppo a ridosso della pausa estiva, sia perché non tiene minimamente conto delle notevoli complessità collegate alla presentazione delle dichiarazioni dei redditi, che quest’anno deve anche riportare le misure agevolative introdotte per fronteggiare la pandemia e che impattano sul reddito, sul monitoraggio dei crediti d’imposta e sul prospetto sugli aiuti di Stato.

Criticità vengono segnalate anche sui termini per la presentazione dell’istanza. Il comma 23 dà trenta giorni di tempo per inviare la domanda una volta avviata la procedura telematica. Troppo pochi, secondo il Consiglio nazionale, che chiede che siano concessi almeno sessanta giorni (in linea con lo Statuto del contribuente).

I contributi in base al fatturato

La categoria suggerisce “correzioni” anche sui vecchi contributi determinati in base alla riduzione del fatturato che il Sostegni-bis ripropone, previsti nei commi 1-4 il primo e 5-15 il secondo. In particolare viene chiesto di eliminare l’importo delle cessioni di beni ammortizzabili dal calcolo dell’ammontare medio mensile di fatturato e corrispettivi dei periodi di riferimento, in quanto si tratta di operazioni che non hanno ad oggetto i beni o i servizi alla cui produzione o al cui scambio è diretta l’attività esercitata.

Viene inoltre proposto di rivedere le percentuali di maggiorazione riconosciute dal comma 10 evitando ingiustificate discriminazioni.

Proroghe riscossione

Sulle proroghe che riguardano la riscossione i commercialisti chiedono di intervenire su una serie di “storture” che lo stratificarsi di interventi emergenziali ha generato. Tra i casi indicati riportiamo quello della proroga del periodo di sospensione delle attività dell’agente della riscossione dal 30 aprile al 31 giugno (articolo 9 del Dl 73/2021): i commercialisti evidenziano come la normativa emergenziale attuale tende a favorire, irrazionalmente, i soggetti che erano inadempienti già prima dell’inizio del periodo di sospensione. Il Sostegni-bis infatti non interviene sui tempi di ripresa della riscossione, per cui, in base all’articolo 68, comma 1 del decreto Cura Italia «i versamenti oggetto di sospensione devono essere effettuati in unica soluzione entro il mese successivo al termine del periodo di sospensione» e quindi entro il 31 luglio 2021 che, cadendo di sabato, slitta a lunedì 2 agosto. Questo significa che i contribuenti con piani di dilazione in corso all’8 marzo 2020 dovranno versare entro il prossimo 31 luglio, almeno sette rate (delle 16 sospese), in un’unica soluzione. Chi invece l’8 marzo 2020 aveva il piano di rateazione scaduto, grazie all’articolo 13-decies, comma 5, del decreto Ristori, Dl 137/2020, può richiedere entro il 31 dicembre 2021, una nuova rateazione, senza la necessità di saldare le rate scadute pregresse.

Recupero Iva e Ace

Il Consiglio nazionale dei commercialisti chiede di ampliare l’applicazione della norma che consente il recupero dell’Iva sui crediti non riscossi nelle procedure concorsuali (articolo 18), ora applicabile solo alle procedure concorsuali avviate dopo il 26 maggio 2021, a tutte le procedure in corso e alle procedure esecutive individuali.

In merito alla cosiddetta turbo Ace la categoria fa presente, tra le altre cose, che il ristrettissimo orizzonte temporale di applicazione di questa agevolazione (sette mesi) rischia di favorire le società che hanno maggiore liquidità e di lasciare al palo quelle che, proprio perché in difficoltà, hanno bisogno di tempo per valutare la convenienza di capitalizzare la propria impresa attraverso il confronto tra il beneficio netto del 3,6%, immediatamente fruibile dalla società sul piano finanziario che viene generato dal regime straordinario in parola, e i costi dell’indebitamento. Da qui la proposta di applicare l’Ace “innovativa” anche al periodo d'imposta 2022.

Le altre correzioni proposte dalla categoria riguardano i crediti compensabili, dove si chiede di mantenere il nuovo limite dei 2 milioni anche per gli anni a venire e non solo per il 2021, e i crediti per la sanificazione ritenuti troppo bassi e riconosciuti per un periodo di tempo eccessivamente breve (giugno, luglio e agosto).

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