Finanza

Dal turismo ai negozi, aiuti da 1,5 miliardi

Per il commercio al dettaglio 200 milioni, 111 alla cultura. Nel Dl anche 150 milioni per i danni da vaccino

di Marco Mobili e Gianni Trovati

Il lungo elenco di mini-aiuti ai settori economici più in crisi e agli enti territoriali entra in versione integrale nella bozza del decreto Sostegni-ter approvato dal Consiglio dei ministri del 21 gennaio. Il testo passa in rassegna aiuti per 1,52 miliardi, a cui si aggiungono un fondo da 150 milioni (50 sul 2022) per gli indennizzi dei danni permanenti da vaccino, 45,22 milioni per la fornitura di mascherine Ffp2 a insegnanti e studenti in autosorveglianza e 35 milioni per contrastare la nuova emergenza della peste suina. Altri 8 milioni serviranno a potenziare i servizi sanitari militari contro il Covid.

Qualche cifra balla ancora (per esempio le compensazioni ai Comuni per la mancata imposta di soggiorno, che potrebbero arrivare a 100 milioni). Ma nulla di sconvolgente, viste le dimensioni delle cifre in gioco.

Per i diretti interessati nelle platee di beneficiari ritagliate spesso con la precisione chirurgica dei codici Ateco dal nuovo decreto gli interventi sono importanti. Lo sono un po’ meno per la politica, che un minuto dopo il via libera al provvedimento sposta l’attenzione sulle prossime mosse. «In consiglio dei ministri abbiamo chiesto con forza uno scostamento di bilancio», si affretta a far sapere il leader dei Cinque Stelle Giuseppe Conte. I ministri della Lega sono «molto soddisfatti» sulle misure approvate ma «chiedono uno scostamento», gli fa eco negli stessi minuti una nota del Carroccio. Dal Pd il responsabile economia Antonio Misiani fa sapere che «questo è un passo in avanti importante ma serviranno altri interventi e non penso sia evitabile uno scostamento». E così via.

Ad alimentare la richiesta di nuovo deficit, il cui esito come previsto dipenderà prima di tutto dagli assetti politico-parlamentari che usciranno dal voto del nuovo Capo dello Stato, è soprattutto il caro-energia, anche se la nuova tornata di interventi avviata il 21 gennaio deve ancora assumere una forma compiuta (come raccontato nelle pagine precedenti). Ma anche l’architettura degli aiuti all’economia e agli enti territoriali sembra destinata ad alimentare la pressione per far crescere gli stanziamenti. Il segretario della Lega Matteo Salvini, per esempio, ha subito chiarito che i fondi proposti per le discoteche non bastano. Per librerie, cinema e teatri in arrivo 110 milioni.

Il nuovo giro di aiuti a fondo perduto per il commercio al dettaglio sarà riservato alle partite Iva che nel 2019 avevano registrato un fatturato non superiore a due milioni di euro, e che rispetto a quei livelli hanno subito nel 2021 una flessione di almeno il 30 per cento.

Il contributo, liquidato questa volta dal ministero dello Sviluppo economico con un fondo da 200 milioni, scenderà come sempre al crescere delle dimensioni d’impresa: sarà pari al 60% della perdita media mensile per chi ha ricavi fino a 400mila euro, scenderà al 50% nella fascia 400mila-un milione e si fermerà al 40% per le attività sopra a questa soglia. Fra le attività interessate i rinvenditori di apparecchiature auto, ferramenta, articoli per la casa, gioiellerie e il commercio ambulante. Per le attività chiuse per decreto, discoteche e sale da ballo, arriva invece un aiuto da 30 milioni sotto forma di rinvio al 16 settembre, senza sanzioni e interessi, dei versamenti di Iva e ritenute di gennaio.Queste attività rientrano però anche nel capitolo più ampio degli aiuti al turismo e alle attività ricettive, che beneficeranno della Cassa integrazione senza il contributo addizionale. Per le strutture ricettive torna anche il credito d’imposta sugli affitti (si veda il servizio a pagina 24).

Ma il capitolo più consistente in valore assoluto è quello che riguarda gli enti territoriali. Dominato dai 400 milioni di rifinanziamento del fondone Covid per le Regioni, destinati prima di tutto a sostenere i costi (energetici in primis) di Asl e ospedali. Per i Comuni arriva invece la possibilità di utilizzare quest’anno i fondi ricevuti e non spesi nel 2020-2021: un’opzione che però premia solo gli enti che hanno residui, e che porta con sé una nuova certificazione da presentare nel maggio 2023. Ma non ci sono, per ora, risorse aggiuntive. Dimagrisce rispetto alle attese della vigilia anche l’aiuto per il trasporto locale, che si ferma a 80 milioni. Altri 10 vengono destinati a Rfi.

Ancora da definire le regole per risolvere il problema del caro-prezzi delle materie prime negli appalti pubblici. Per evitare che su questo ostacolo inciampino i bandi Pnrr si ipotizza un meccanismo di adeguamento dei prezzi sui Sal o una replica del sistema già introdotto l’anno scorso per calmierare i costi.

Nel testo trovano poi spazio l’adeguamento ai nuovi tetti per gli aiuti di Stato decisi a Bruxelles, la sospensione per i mutui nei Comuni colpiti dal sisma 2016 e il rifinanziamento della Cig per Ilva.

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