Imposte

Sul Fisco imprese in pressing

di Federica Micardi

«Il carico fiscale per le imprese italiane è ancora straordinariamente alto: il 42,3% se si considera il sommerso, senza questa voce la pressione fiscale effettiva è del 47,8% e il total tax rate sulle imprese italiane è del 62%, contro il 48,9% della Germani e il 30% della Gran Bretagna. A questo scenario si aggiunge una spesa corrente in crescita che nel 2015 ha raggiunto la quota di 691 miliardi, a fronte di investimenti rimasti praticamente stabili. Un motore contro cui combattiamo quotidianamente» Con queste parole il presidente di Assolombarda Gianfelice Rocca ha aperto i lavori dell’incontro di ieri su «L’evoluzione del sistema fiscale tra tentativi di attrattività e difficoltà di attuazione».

La legge di Bilancio ha però una serie di leve interessanti, sottolinea Rocca: «L’iperammortamento, il superammortamento e il credito d’imposta»; tra questi il più importante e innovativo è l’iperammortamento e l’Industria 4.0, «Oggi nel mondo - racconta Rocca - si producono più “chip” che chicchi di riso, e per noi è più interessante che venga finanziata la combinazione di fattori tecnologici rispetto ai nuovi macchinari e l’iperammortamento gioca un ruolo centrale nella combinazione originale delle tecnologie». Il problema, però, è che l’equilibrio di bilancio dello Stato si basa su interventi posticipati come l’aumento dell’Iva, che se si verificasse - afferma Rocca - «azzopperebbe la ripresa dell’economia».

L’Iva, ricorda Rossella Orlandi, direttore delle Entrate, è l’imposta più evasa in Italia, si parla di 35/40 miliardi l’anno. E aggiunge, in riposta alle riserve sui nuovi obblighi di comunicazione dell’Iva, che anche ieri non sono mancate: «Serve un sistema che intercetti i comportamenti evasivi prima che siano perpetrati e serve un blocco preventivo della dispersione del gettito Iva perché una volta che l’Iva è stata monetizzata non si recupera più, o lo si fa in minima parte e con estrema difficoltà». E prosegue: «Il contrasto all’evasione Iva deve passare dalla tecnologia; mandare migliaia di uomini sul territorio servirebbe a poco ».

Insomma le nuove comunicazioni Iva sono necessarie perché è dall’incrocio dei dati delle fatture che si può fare prevenzione. La Orlandi sottolinea infatti che «la strada della compliance sta dando risultati importanti; nel 2016, nonostante incentivi fiscali e la riduzione della pressione fiscale, il gettito è salito». Gli accordi preventivi sono aumentati nell’oggetto e nel soggetto rispetto al ruling del 2004; ne sono stati fatti 100 nel 2015 e 104 nel 2016. «L’impresa - spiega Orlandi - ci chiede un confronto tecnico preventivo molto complesso da entrambe le parti, con la novità che ci si può allineare all’accordo raggiunto anche per i periodi pregressi». E sulla cooperative compliance ci tiene a sfatare l’idea che si tratti di un “salotto buono” di privilegiati. «Ci sono dei limiti all’accesso - spiega - perché si tratta di una fase sperimentale che ci consente di creare un modello, e nel contempo di fare un’adeguata formazione degli addetti. In un anno abbiamo lavorato sui procedimenti, sulle circolari, confrontandoci con gli stakeholders.Esistono, è vero, dei limiti, ma possono essere superati ad esempio facendo investimenti significativi, che garantiscano uno stabile incremento del lavoro».

Sempre all’interno della strategia preventiva e di dialogo ci sono gli interpelli per i nuovi investimenti. «Per un ampio spettro di operazioni si può interpellare l’agenzia delle Entrate - afferma Orlandi - che entro 120 giorni si impegna a dare una risposta. È ovvio che la nostra attività sarà facilitata dalla completezza delle informazioni che ci saranno fornite» . Una novità con un elemento importante di certezza: le risposte delle Entrate non saranno modificabili.

Intanto oggi parte la voluntary bis, un’operazione da cui le Entrate si aspettano «numeri importanti, anche grazie alle grandi inchieste internazionali e all’interscambio automatico dei dati i dati». Entro un mese o poco più, l’Agenzia pubblicherà una serie di chiarimenti. Ad anticiparli Annibale Dodero, direttore della direzione centrale normativa delle Entrate, che ha ricordato come alcune cose sono già state dette durante Telefisco: «Abbiamo già chiarito che l’iperammortamento è utilizzabile sono per gli acquisti effettuati nel 2017, abbiamo poi aperto generosamente sul software che può riguardare anche beni già di proprietà dell’azienda». Tra i chiarimenti in arrivo Dodero anticipa: quello sulla branch exemption - il provvedimento è praticamente pronto - sulla ricerca e sviluppo, sul regime per cassa - «su cui è necessario fare delle implementazioni perché alcune componenti, come l’ammortamento, devono necessariamente seguire il regime per competenza» - e sull’Iri.

Sul fattore tempo l'industria, per voce di Guido Marzorati di Assolombarda, ricorda che gioca un ruolo determinante e prima si sanno le cose meno occasioni si perdono.

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