Imposte

Cumulo dei fondi Pnrr con gli aiuti da risorse statali

Il divieto deve essere circoscritto ai soli altri finanziamenti europei. La nuova posizione emerge dal decreto per il sostegno all'imprenditoria femminile

di Roberto Lenzi

Il divieto di cumulo che interessa i fondi Pnrr è circoscritto ai soli altri aiuti europei, senza quindi interessare i fondi provenienti dal bilancio dello Stato. La nuova posizione emerge dal ministero dello Sviluppo economico con il decreto interministeriale 24 novembre 2021 recante le disposizioni per il sostegno finanziario a valere sulle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza degli interventi previsti dall’investimento 1.2 «Creazione di imprese femminili» del medesimo Piano. Il decreto, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 26 del 1° febbraio 2022, non riporta il riferimento al divieto di duplicazione del finanziamento degli stessi costi con altre risorse dello Stato. La presa di posizione è importante, considerando anche che siamo di fronte a uno dei primi decreti emanati successivamente alla circolare Mef n. 21 dell’ottobre 2021, e riporta la normativa italiana in linea con quella europea. Il decreto, inoltre, ufficializza la ripartizione dei 400 milioni destinati alla voce «Creazione di imprese femminili» su tre diversi agevolazioni: quella prevista dal Fondo impresa femminile, quelle previste dalla misura Nito-On e quelle previste dalla misura Smart&Start Italia.

La stessa posizione, che non riporta il passaggio su aiuti provenienti dal bilanci dello stato è confermata dal decreto 13 gennaio 2022 in GU del 12 febbraio «Attuazione dell’Investimento 5.2 “Competitività e resilienza delle filiere produttive” Pnrr (...) e contratti di sviluppo (...)». Il decreto per quanto riguarda il cumulo precisa che «fermo restando quanto previsto dal decreto 9 dicembre 2014 in tema di cumulo delle agevolazioni, i programmi di sviluppo di cui al presente capo, in attuazione di quanto in proposito previsto dal regolamento (UE) n. 2021/241, non possono essere sostenuti per gli stessi costi da altri programmi e strumenti dell’Unione».

Sciolto il nodo-circolare

Il problema era nato con la pubblicazione della circolare 21 del 2021 del Mef, criticata per l’inserimento, all’interno del divieto di duplicazione del finanziamento sugli stessi costi, di un riferimento alle agevolazioni derivanti da «risorse ordinarie del bilancio dello Stato». All’interno della regolamento europeo è previsto che «i progetti di riforma e di investimento possono essere sostenuti da altri programmi e strumenti dell’Unione, a condizione che tale sostegno non copra lo stesso costo». La circolare 21/2021 del Mef aggiunge a tale indicazione anche il riferimento a «risorse ordinarie da Bilancio statale».

Il decreto Mise, invece, prevede il «rispetto del divieto di doppio finanziamento, per cui i programmi e piani di impresa non devono avere ottenuto un finanziamento per gli stessi costi a valere su altri programmi e strumenti dell’Unione europea». Con questo si spera che sia sancito il definitivo accantonamento di una circolare che si era effettivamente spinta oltre il proprio ruolo esplicativo.

La ripartizione dei fondi

Le risorse, che ammontano a 400 milioni di euro, sono ripartite su tre assi. Al Fondo per l’imprenditoria femminile viene destinata una quota pari a di 160 milioni di euro che, sommati a quelli già disponibili, portano a un plafond di 200 milioni di euro. I predetti 160 milioni di euro sono ripartiti per 38,8 milioni di euro agli interventi del Capo II, relativo agli «Incentivi per la nascita delle imprese femminili», mentre 121,2 milioni di euro sono destinato agli interventi del Capo III, relativo agli «Incentivi per lo sviluppo e il consolidamento delle imprese femminili già esistenti». Per gli interventi a favore delle imprese femminili a valere sulla misura «Nuove imprese a tasso zero» (Nito-On), sono previsti complessivamente 100 milioni di euro.

Altri 100 milioni di euro sono per le imprese femminili finanziabili tramite la misura Smart&Start Italia, l’incentivo che sostiene la nascita e la crescita delle startup innovative finanziando progetti compresi tra 100 mila euro e 1,5 milioni di euro. I restanti 40 milioni di euro verranno impiegati per l’attuazione di misure di accompagnamento, monitoraggio e campagne di comunicazione.

Almeno il 40% delle risorse assegnate per gli interventi di incentivazione alle imprese è destinato al finanziamento di progetti da realizzare in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

Altri obblighi

Il decreto prevede che l’ammissibilità al finanziamento è valutata sulla base di alcuni elementi. Oltre al divieto di doppio finanziamento, prevede il rispetto del principio sancito dall’articolo 17 del regolamento (UE) 2020/852 di «non arrecare un danno significativo» verso l’ambiente e il rispetto del concorso al raggiungimento dell’obiettivo digitale.

Con successivi provvedimenti del ministero, per ciascuna delle misure previste nel decreto, saranno fornite le disposizioni di dettaglio in merito agli obblighi in capo alle imprese beneficiarie e alle verifiche operate dal soggetto gestore.

I punti chiave

La circolare
La circolare 21/2021 dell'Economia aveva inserito, all’interno del divieto di duplicazione del finanziamento sugli stessi costi, un riferimento alle agevolazioni derivanti da «risorse ordinarie del bilancio dello Stato»

Il decreto
Il decreto interministeriale 24 novembre 2021 con le norme sulle risorse del Pnrr sulla imprenditoria femminie non riporta il riferimento al divieto di duplicazione del finanziamento con altre risorse dello Stato

Il passaggio
Secondo il decreto, rispettano il divieto di doppio finanziamento programmi e piani di impresa che non hanno ottenuto un finanziamento per gli stessi costi a valere su altri programmi e strumenti Ue

La conferma
Alla stessa conclusione del decreto interministeriale giunge anche il decreto 13 gennaio 2022 sull'attuazione dell’investimento 5.2 su competitività e resilienza delle filiere produttive e contratti di sviluppo

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