Diritto

Crisi d’impresa, debutta domani la maxiriforma

Dopo molti rinvii entra in vigore il 15 luglio interamente il Dlgs 14/2019, aggiornato alla direttiva Insolvency ma solo per i procedimenti avviati dopo questa data

di Bianca Lucia Mazzei

Dopo una lunga serie di rinvii e molteplici revisioni, domani 15 luglio entrerà finalmente in vigore il Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (Dlgs 14/2019) che prenderà il posto della legge fallimentare. Le nuove regole riguarderanno però solo le procedure avviate a partire proprio dal 15 luglio: quelle già aperte continueranno quindi a seguire le “vecchie regole”, dando così il via a un doppio regime che, visti i tempi delle procedure concorsuali, non avrà vita breve.

Le ultime modifiche al Codice della crisi sono state introdotte dal Dlgs n.83 dello scorso 17 giugno al fine di recepire la direttiva comunitaria su ristrutturazione e insolvenza (la 2019/1023) e inserire all’interno del Codice il nuovo percorso emersione dalle difficoltà (la composizione negoziata) prevista dal decreto legge 118/2021 e in vigore dallo scorso 15 novembre.

Il definivo superamento del sistema automatico dell’allerta (prima rinviato e poi cancellato) è infatti una delle principali revisioni rispetto alla versione originaria (e mai entrata in vigore) del Codice della crisi. Si trattava infatti di un meccanismo giudicato troppo rigido per costituire uno strumento efficace nella situazione di difficoltà economiche deteriminate dalla pandemia ed è stato quindi sostituito dal percorso volontario e stragiudiziale della composizione negoziata. Il rischio infatti era che l’allerta scattasse per un numero eccessivo di imprese, finendo così per bloccare un sistema che aveva invece lo scopo di favorire l’emersione anticipata delle crisi in modo da aumentare le chance di risanamento delle aziende o, se questo non è più possibile, velocizzarne la messa in liquidazione e la soddisfazione dei creditori.

Anche le novità introdotte dal Dlgs 83 per recepire la direttiva Insolvency hanno come stella polare la continuità aziendale. Vengono introdotti i piani di ristrutturazione soggetti a omologazione (una nuova procedura per il debitore in stato di crisi o di insolvenza), che possono prescindere dalle regole distributive delle procedure concorsuali, ma essere omologati solo se approvati da tutte le parti interessate in ciascuna classe di voto. La disciplina del concordato viene inoltre modificata puntando su quello in continuità (fra le novità la maggiore libertà nella destinazione dei flussi derivanti dalla prosecuzione dell’attività) e inasprendo le condizioni di accesso al concordato liquidatorio. Vengono inoltre meglio definiti gli assetto organizzativi che l’imprenditore deve prevedere per la rilevazione tempestiva della crisi.

Il cantiere del Codice non si è comunque chiuso. Al ministero della Giustizia stanno lavorando ad un altro Dlgs correttivo che contiene però soprattutto aggiustamenti di carattere formale e che (crisi di Governo permettendo) dovrebbe vedere la luce dopo l’estate.

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