Professione

Nelle crisi d’impresa va preservata la specializzazione dei giudici

di Giovanni Negri

Non convince la cancellazione della parte sulla specializzazione dei giudici decisa nell’ultima versione del decreto sulla riforma della legge fallimentare. Ed è tutta da misurare alla prova dei fatti la scommessa sull’efficacia dei controlli interni nelle procedure d’allerta. Sono questi due punti critici emersi nel corso del convegno organizzato ieri a Milano da «Il Sole 24 Ore» e dedicato alla nuova disciplina della crisi d’impresa.

Quanto al primo aspetto, il presidente della commissione istituita dal ministero della Giustizia, Renato Rordorf, che ha scritto il testo della legge delega prima e della versione iniziale del decreto delegato poi, ha preso le distanze dalla scelta di stralciare tutta la parte di organizzazione giudiziaria. La commissione, muovendosi sul filo di attribuzioni diverse, ai tribunali delle imprese per le procedure di maggiori dimensioni, alle sedi attuali per il sovraindebitamento delle piccole imprese e dei consumatori, aveva poi deciso di assegnare tutte le altre pratiche solo a tribunali dotati di pianta organica adeguata.

Una scelta che puntava sulla specializzazione, cancellata però nel segno della “giustizia di prossimità”, ma che a Rordorf appare poco in sintonia con un decreto che pure fa recuperare spazio all’autorità giudiziaria nella valutazione per esempio della fattibilità dei piani di concordato preventivo. Fattibilità che, ha sottolineato Rordorf, potrà essere valutata solo da giudici in possesso di una preparazione adeguata.

Quanto al doppio binario per le segnalazioni di allerta (organi di controllo interno e creditori pubblici), Roberto Fontana, pm a Milano, ha sottolineato come il decreto legislativo messo a punto dal ministero della Giustizia ha alzato tanto le soglie delle segnalazioni di Inps e amministrazione finanziaria da rendere questo canale in pratica inutilizzabile (anche se lo stesso ministero stima in circa 15mila le segnalazioni che potrebbero arrivare su questo fronte).

Determinante sarà allora il buon funzionamento delle segnalazioni che arriveranno da sindaci e revisori soprattutto, per i quali, come ha illustrato Daniele Santosuosso, docente alla Sapienza, sono stati coerentemente anche rafforzati i profili di responsabilità.

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