Professione

L’esame a prova unica fa il pieno di «promossi» e rilancia sul 2023

Dopo il boom del 2020, anche nel 2021 abilitati oltre l’84% dei candidati. Ma per avvocati e commercialisti è ancora fuga dalla professione

di Valentina Maglione e Valeria Uva

L’effetto Covid sull’accesso alle professioni continua: dopo il boom di iscrizioni agli esami di Stato a prova unica del 2020, che ha portato a una altrettanto evidente crescita dei promossi in tantissime categorie, anche nel 2021 – sempre con le modalità semplificate degli esami – si conferma la tendenza a un maggior successo rispetto agli anni delle prove multiple in presenza.

Uno scenario che potrebbe tornare a manifestarsi anche quest’anno: è appena stata riproposta – con il decreto milleproroghe atteso questa settimana al sì definitivo della Camera – la possibilità di svolgere le due sessioni di abilitazione 2023 con la prova unica a distanza. Possibilità che ora deve essere confermata dalle ordinanze ministeriali.

Il bilancio

I numeri parlano chiaro: per molte professioni la prova unica nel 2021 ha mantenuto alto il tasso di successo (ovvero il rapporto tra candidati e abilitati) rispetto agli anni pre Covid: 84,3% i “promossi” 2021, contro l’80,4% del 2019, che di fatto riproduceva la percentuale degli anni precedenti (nel conteggio mancano gli avvocati perché per loro la tornata 2021 di esami si è appena conclusa).

Numeri incoraggianti che stanno contribuendo a riavvicinare molti giovani neolaureati agli esami. Dopo il vero e proprio boom del 2020 quando con le prime prove semplificate si sono presentati in quasi 61mila, circa 20mila in più rispetto agli anni precedenti, anche nel 2021, seppur con una fisiologica flessione, gli aspiranti professionisti hanno affollato l’esame più che negli anni pre Covid: i candidati sono stati il 16,6% in più rispetto al 2017, ma più alta ancora, +22,2%, è stata la crescita dei “promossi”.

Le categorie

A registrare gli aumenti maggiori di candidati rispetto agli anni pre-pandemia sono le professioni tecniche, con un picco tra i laureati triennali in corsa per le sezioni B degli Albi, storicamente più restii a tentare l’esame di Stato. Così, gli aspiranti biologi junior sono saliti del 162% in cinque anni, gli ingegneri junior del 145% e i chimici junior del 124 per cento.

Sempre tra i tecnici, anche gli ingegneri senior hanno registrato un balzo di candidature e promozioni negli anni della pandemia, che hanno fatto risalire le curve in calo dal 2017: nel 2021 rispetto al 2019 hanno registrato aumenti quasi del 90 per cento. Ma la crescita degli abilitati non si riflette in un pari aumento delle iscrizioni all’Albo. Lo spiega bene il rapporto del Centro studi ingegneri 2021 sull’accesso: in quell’anno, uno su due degli oltre 27mila laureati magistrali 2020 ha tentato l’esame (comprese specializzazioni che prima non erano interessate, come gli ingegneri dell’informazione); lo hanno passato in 14mila, ma poi solo in 4.470 si sono iscritti all’Albo.

Un andamento simile riguarda i consulenti del lavoro (i cui esami sono gestiti dal ministero del Lavoro e quindi non compresi tra quelli forniti dal Mur): nel 2021 a fronte di 1.406 candidati, solo in 641 hanno superato la prova (46%). Ma di questi poi solo la metà ha scelto la libera professione e si è iscritta all’Albo. Una tendenza sostanzialmente stabile negli ultimi anni, secondo l’analisi del Consiglio nazionale.

Per molti quindi la fuga dalla libera professione non si ferma. E si vede bene nei numeri degli avvocati, con i partecipanti all’esame di Stato (gestito dal ministero della Giustizia) in diminuzione costante da anni. Nel 2017 erano oltre 24.800, sono scesi a 23.130 nel 2018 e a 22.199 nel 2019. Né è stato significativo l’aumento del 2020, quando se ne sono registrati 22.750; e, in base ai primi dati forniti dal ministero, che includono anche chi poi eventualmente non si presenta al test, sono in caduta libera le domande alla sessione 2021, conclusa a dicembre 2022 (meno di 20mila) e 2022, in corso (meno di 16mila). A crescere è stato invece il tasso di “promossi” all’esame, da sempre il più basso tra quelli di Stato: fino al 2019 la quota di promossi è rimasta sul 37%, mentre nel 2020 è balzata al 52,7 per cento, con 2.700 abilitati in più rispetto al 2017.

È salito rispetto a prima della pandemia anche il tasso di successo all’esame di Stato per dottore commercialisti, con una quota di promossi del 65,3%, rispetto al 56,9% del 2019. Ma nel quinquennio esaminato delude il numero dei candidati, sceso di oltre il 27 per cento.

Le professionalizzanti

Escono dalla nostra indagine i medici, che dal 2021, per via della pandemia, hanno ottenuto l’abilitazione in contemporanea con la laurea. Una strada ora imboccata da altre professioni sanitarie: farmacisti, veterinari, odontoiatri e psicologi. Solo questi ultimi, però, già dall’anno scorso hanno iniziato a svolgere l’esame di abilitazione in contemporanea con quello di laurea. Per gli altri la semplificazione partirà dal prossimo anno accademico. In lista d’attesa per accorciare il percorso ci sono gli ingegneri, che hanno chiesto di avere la laurea abilitante. Mentre sono già partiti i primi corsi di laurea professionalizzanti per geometri, periti industriali e agrotecnici.

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