Controlli e liti

Scambio automatico con lacune

di Marco Piazza e Roberto Torre

Mentre i contribuenti si preoccupano del rischio di essere sospettati di illeciti che non hanno commesso, l'Ocse («Model Mandatory Disclosure Rules for CRS Avoidance Arrangements and Opaque Offshore Structures») lancia l'allarme sul rischio – non meno rilevante - che lo scambio automatico possa essere aggirato troppo facilmente. Anche il Parlamento europeo («Proposta di risoluzione sui reati fiscali, l'evasione fiscale e l'elusione fiscale» 2018/2121(INI), par. 90) si preoccupa del problema, mettendo in evidenza come i «regimi di cittadinanza o residenza tramite investimenti» messi in atto da alcuni Paesi (fra i quali l'Italia) possano mettere a repentaglio le procedure di adeguata verifica nel quadro del Crs. E, in rete, è consultabile un dettagliato studio, commissionato da un gruppo di parlamentari europei («Reporting taxation: analysing loopholes in the EU's automatic exchange of information and how to close them») sulle lacune dello standard e sui correttivi da adottare per colmarle.

Un primo passo verso il contrasto alle pratiche abusive anche in questa materia è rappresentato dalla direttiva 2018/822/UE (cosiddetta Dac 6), sullo scambio automatico obbligatorio di informazioni relative ai meccanismi transfrontalieri che presentino indici di rischio di elusione o evasione fiscale: fra questi meccanismi vi sono quelli miranti ad alterare la corretta applicazione delle procedure sullo scambio automatico di informazioni o sull'identificazione del titolare effettivo (allegato IV, parte seconda, lettera D).

In Italia, l'iter di recepimento della direttiva passa attraverso il disegno di legge approvato in prima lettura dalla Camera (AC 1201) il 13 novembre scorso ed ora all'esame del Senato, ma lo schema di decreto legislativo è già in consultazione sul sito del Mef.

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