Contabilità

Bilancio integrato con i rischi d’impersa

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di Enzo Rocca e Ylenia Yashar

Tra tutti gli strumenti che oggi le imprese possono scegliere per comunicare con lo stakeholder il più innovativo è rappresentato dal bilancio integrato stante che il report finanziario tradizionale non soddisfa pienamente i nuovi bisogni conoscitivi. Se, infatti, comunicare i rischi dell’impresa poteva sembrare eccessivo fino a qualche anno fa, dall’esercizio 2017 è richiesto dalla normativa.

La direttiva 2014/95/UE e il Dlgs 254/2016 di recepimento impongono un nuovo obbligo alle imprese: quello di redigere una dichiarazione di carattere non finanziario che descriva i principali rischi, generati o subiti, che derivano dalle attività imprenditoriale (prodotti, servizi o relazioni commerciali). L’ambito dell’informativa è ampio e investe i temi ambientali, sociali, il personale, il rispetto dei diritti umani, la lotta contro la corruzione attiva e passiva. Sempre che siano rilevanti, considerando le caratteristiche dell’impresa e del suo business.

La «nuova» rendicontazione

In questi decenni le modalità in cui le aziende comunicano con i clienti, i dipendenti, i fornitori, i media e gli analisti si sono modificate sia per soddisfare al meglio le crescenti richieste informative sia per mettere in luce la propria identità e i propri punti di forza. A tal fine, uno dei passaggi fondamentali è stato quello di comunicare le informazioni di natura non finanziaria con il bilancio di sostenibilità sin dai primi anni Novanta.

L’evoluzione più recente è rappresentata dal bilancio integrato introdotto nel 2013 da un gruppo di autorevoli studiosi fondatori dell’ente non profit che ne monitora il framework a livello globale: l’International integrated reporting council (Iirc). La finalità è quella di illustrare in sintesi come l’organizzazione crei valore nel tempo e i portatori d’interesse possono trarne benefici.

All’interno di questo documento sono presentate la “mission” e la “vision” che esplicitano principi e valori sui quali si basa l’azienda e le modalità con le quali raggiungere gli obiettivi connessi a tale etica valoriale. L’Iirc prevede che il bilancio integrato si focalizzi sul concetto della creazione di valore, considerando sei forme di capitale rilevanti - finanziario, umano, naturale, sociale, infrastrutturale, intellettuale - evidenziando in forma sintetica le attività e i dati rappresentativi di un anno d’esercizio. L’impatto informativo e comunicativo, del quale il rapporto integrato dispone, dipende anche dalla struttura con il quale viene redatto. “Mission” e “vision” infatti fungono da “apripista” ad un contenuto alfanumerico per connettere la responsabilità sociale d’impresa al core business più tradizionale tramite un pensiero integrato.

Come comunicare i rischi

La direttiva sopracitata esprime chiaramente l’importanza della comunicazione di informazioni non finanziarie al fine di accrescere la fiducia degli stakeholder, consumatori e investitori, individuando i rischi connessi all’attività d’impresa. La comunicazione di quest’ultimi, in particolare, assolve a un impegno di responsabilità sociale: scongiura, rendendole trasparenti, prassi gestionali scorrette che possano avere un impatto negativo sull’economia e sulla collettività. Una rendicontazione chiara sui rischi aziendali consente di valutare gli impatti del business nel lungo termine. Essa può pertanto stimolare attività di prevenzione e di mitigazione nonché il perfezionamento dei processi decisionali e di scambio informativo tra il management e il board finalizzato a migliorare il monitoraggio progressivo degli obiettivi di medio-lungo termine.

Diffusione dello strumento

Il bilancio integrato è da considerarsi ancora all’avanguardia in Italia, seppur si stia diffondendo tra le aziende di maggior dimensione e presenza sul mercato. Secondo studi recentemente condotti, gli Stati che attualmente lo utilizzano sono Sud Africa, Olanda, Spagna, Giappone e Paesi Bassi. Per guardare più vicino a noi, a metà maggio l’Istituto francese degli amministratori (Afa) ha lanciato un documento per sollecitare le imprese a pubblicare il bilancio integrato. Auspicabilmente questa forma di report andrebbe adottato da tutte le grandi imprese. I nuovi obblighi informativi previsti dal Dlgs 254/2016 a decorrere dall’esercizio finanziario avente inizio dal 1 gennaio 2017 potrebbe rappresentare uno stimolo verso questa direzione. Non solo per rispondere a un’esigenza di conformità normativa ma soprattutto per cogliere un’opportunità di rappresentare la propria responsabilità sociale e principi etici del business aziendale.

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