Bonus Sud per il 2021 al palo: ancora bloccata la possibilità di prenotare l’agevolazione
Le imprese sono in attesa che l’amministrazione finanziaria aggiorni modello di richiesta e software per poter fare domanda in relazione a nuovi investimenti iniziali da realizzare nell’anno in corso
Bonus Mezzogiorno ancora fermo ai nastri di partenza per il 2021. Dopo la proroga contenuta nei commi 171 e 172 dell’articolo 1 della legge 178/2020 (legge di Bilancio per 2021), che ha spostato in avanti fino al 2022 il termine ultimo per completare gli investimenti agevolati, le imprese sono in attesa che l’amministrazione finanziaria aggiorni il modello di richiesta ed il relativo software per poter fare domanda in relazione a nuovi investimenti iniziali da realizzare nell’anno in corso.
L’accesso al credito d’imposta è subordinato all’accoglimento da parte del Fisco di un’istanza telematica, all’interno della quale indicare la tipologia di investimento da attuare, la sua ubicazione territoriale (regioni Sardegna, Sicilia, Calabria, Basilicata, Campania, Puglia, Molise e Abruzzo) il piano cronologico di realizzazione e l’ammontare dell’agevolazione richiesta.
Il modello di domanda attualmente disponibile è stato approvato con provvedimento del direttore delle Entrate n. 45080 del 24 marzo 2016 ed è stato modificato da ultimo con provvedimento delle Entrate n. 670294 del 9 agosto 2019, quando ha dovuto recepire la proroga dell’agevolazione al 2020. A conti fatti, quindi, non è ancora possibile procedere a prenotare le risorse per i nuovi investimenti da realizzarsi nell’anno e che, si ricorda, ammontano a ben 1.053,9 milioni per ciascuno degli anni 2021 e 2022, ottenuti da una contestuale riduzione, per i medesimi anni, del Fondo per lo sviluppo e la coesione (Fsc).
In questa fase sarebbe anche utile capire meglio la valenza che il fisco attribuisce alla parte del modello dedicata alla descrizione sintetica dell’investimento. La tematica non è di scarso impatto. È pacifico, infatti, che la concessione dell’agevolazione non è legata alla mera acquisizione di un bene strumentale ma, piuttosto, alla realizzazione di un progetto di «investimento iniziale», per come definito dalla Commissione europea (regolamento Ue 651/2014), riguardante:
a) la creazione di un nuovo stabilimento;
b) l’ampliamento della capacità di uno stabilimento esistente;
c) la diversificazione della produzione di uno stabilimento per ottenere prodotti mai fabbricati precedentemente o un cambiamento fondamentale del processo produttivo complessivo di uno stabilimento esistente.
Non solo; l’investimento di cui sopra, tra le diverse spese sostenute, agevola i soli beni consistenti in macchinari, impianti e attrezzature nuovi, da destinarsi a strutture produttive già esistenti o da impiantare nei territori agevolabili. Ebbene, nella fase di richiesta, all’impresa è richiesto di descrivere brevemente la natura del programma di spesa. Vale la pena di chiedersi quanto sia vincolante per il Fisco detta descrizione sintetica, ai fini dei controlli successivi, in relazione ad alcune fattispecie controverse.
Ad esempio, nella risposta a interpello 322/2020 un’impresa chiede al Fisco se l’acquisto di un carrello elevatore esaurisca da solo il concetto di «investimento iniziale». L’amministrazione, seppure con le dovute cautele, ha risposto positivamente alla domanda; ma l’impresa ha dovuto attendere i tempi tecnici di un Interpello per sapere se la spesa sostenuta fosse agevolabile. Appare, a questo punto, sensato concludere che, se la stessa impresa avesse brevemente esposto nella descrizione dell’investimento lo stesso concetto, l’agenzia delle Entrate, nel dare l’assenso all’agevolazione lo conceda anche per la sostanza dell’investimento descritto. Diversamente, resterebbe del tutto inutile la necessità di completare l’istanza anche con detta descrizione.
Alessandro Sacrestano
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