Bruxelles proroga fino a giugno gli aiuti di Stato straordinari
Due nuovi meccanismi per incentivare investimenti e rafforzare le Pmi
La Commissione europea si è detta consapevole della necessità di adattare le regole sulla concorrenza alla nuova scena internazionale e ai nuovi obiettivi ambientali e digitali dell’Unione. Tra le altre cose, è pronta ad autorizzare (mirati) aiuti pubblici nel campo della produzione di microprocessori. Nel frattempo, Bruxelles ha introdotto nuovi strumenti per facilitare in un contesto sempre incerto investimenti e ricapitalizzazioni.
«Una rigorosa applicazione delle regole di concorrenza è fondamentale perché le imprese e i consumatori possano beneficiare del mercato unico – ha detto la commissaria alla Concorrenza Margrethe Vestager – Nel contempo, le stesse regole hanno una flessibilità intrinseca per adattarsi. Abbiamo adottato il sesto emendamento al quadro temporaneo degli aiuti di Stato e stiamo lavorando a una revisione della politica di concorrenza con una portata e un’ambizione senza precedenti».
In questo senso, la Commissione europea ha annunciato ieri che intende prolungare di sei mesi - dal 31 dicembre 2021 al 30 giugno 2022 - le regole straordinarie sugli aiuti di Stato adottate l’anno scorso in piena emergenza pur di far fronte al gravissimo shock economico provocato dalla pandemia virale. L’ipotesi di un prolungamento limitato era stata illustrata ai Paesi membri all’inizio di ottobre ed è stata ora confermata da Bruxelles.
Inoltre, gli Stati membri potranno creare incentivi per facilitare gli investimenti nei campi particolarmente colpiti dalla recente recessione economica. Lo strumento rimarrà in vita fino al 31 dicembre 2022 e sarà vincolato a specifici ammontari, evitando distorsioni al mercato. Gli Stati membri potranno anche incentivare l’investimento di capitale privato nelle piccole e medie imprese pur di evitare fallimenti. Questa leva potrà essere utilizzata fino al 31 dicembre 2023.
«La proroga limitata offre l’opportunità di una graduale e coordinata eliminazione delle misure di crisi – ha precisato la signora Vestager -. D’altra parte, continueremo a monitorare da vicino l’aumento delle infezioni da Covid-19 e altri rischi per la ripresa economica». Quanto ai due nuovi strumenti appena descritti, devono servire «a facilitare gli investimenti privati in vista di una ripresa più veloce, più verde e più digitale».
Quanto al modo in cui Bruxelles intende adattare la politica di concorrenza alla scena internazionale e agli obiettivi ambientali e digitali, la signora Vestager ha aperto la porta ad aiuti pubblici nel settore dei chips, ex articolo 107 dei Trattati: «La Commissione prenderà in conto la possibilità di approvare il sostegno per colmare eventuali lacune di finanziamento nell’ecosistema dei semiconduttori (...) Non possiamo fare affidamento su un solo paese o una sola azienda».
Durante una conferenza stampa qui a Bruxelles, la commissaria ha precisato che prevedrà «rigide salvaguardie» per essere certi che «l’aiuto pubblico sia necessario, appropriato e proporzionato». Il compromesso giunge mentre è in corso un acceso dibattito tra i Paesi membri e con Bruxelles e dopo che la stessa pandemia ha messo in mostra gli elevati livelli di dipendenza dell’Unione europea dai fornitori di paesi terzi, in particolare asiatici.
In generale, alcuni Paesi vorrebbero un atteggiamento chiaramente interventista, per meglio affrontare concorrenti aggressivi e non sempre affidabili; altri temono una corsa ai sussidi che penalizzerebbe gli Stati membri più piccoli. In questo senso, il dibattito è lungi dall’essere terminato. Infine, sempre a proposito di sussidi, Bruxelles ha ribadito ieri come sia improbabile che aiuti pubblici alle fonti fossili vengano in futuro autorizzati, tenuto conto degli ambiziosi obiettivi ambientali europei.