Calendario fiscale, scadenza del concordato svincolata dalle dichiarazioni. L’Adc: modifica necessaria
L’associazione dei commercialisti: la duplicazione di adempimenti e scadenze non consente a commercialisti e imprese di effettuare le valutazioni
«Non ha alcun senso anticipare la scadenza del concordato al 31 luglio slegandola dal termine di presentazione della dichiarazione dei redditi. Una duplicazione di adempimenti e scadenze che non consente a commercialisti e imprese di effettuare le necessarie ed opportune considerazioni e che, ragionevolmente, condurrà a risultati analoghi a quelli precedentemente rilevati». A lanciare l’allarme sul calendario fiscale 2025 è la giunta dell’Adc (associazione dottore commercialisti) in una nota.
Torna così alla ribalta il tema delle scadenze dopo gli interventi arrivati lo scorso anno con i decreti attuativi della delega fiscale (il Dlgs 1/2024 sugli adempimenti, il Dlgs 13/2024 sul concordato preventivo e il Dlgs 108 correttivo sempre sul concordato preventivo). Una questione sottoposta anche nell’incontro dell’Anc (associazione nazionale commercialisti) della scorsa settimana al viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, che ha aperto a un dialogo con i professionisti anche in vista di un nuovo decreto correttivo dei decreti delegati della riforma.
Le scadenze per le dichiarazioni
Ora l’Adc mette in fila le scadenze che si prospettano per l’anno in corso. Ad esempio, il termine di presentazione dei modelli Redditi, Irap e del 770 è fissato al 31 ottobre 2025. La scadenza del concordato preventivo è anticipata al 31 luglio 2025. Mentre il termine per la presentazione delle certificazioni uniche da lavoro autonomo è anticipato al 31 marzo 2025. Da qui la considerazione dell’associazione che «l’attuale calendario è assolutamente insostenibile per i commercialisti» e «assistiamo nuovamente ad atteggiamenti privi di rispetto e di riconoscimento sia nei confronti dei commercialisti che nei confronti dei contribuenti italiani».
La richiesta di rimodulazione
Da qui la conclusione di Adc che è «opportuna una rimodulazione del nuovo calendario fiscale tenendo bene a mente che inutili orpelli burocratici rappresentano un onere per imprese e professionisti i quali, è di agevole comprensione, non aiutano la crescita del Paese».