Commercialisti, il Milleproroghe non sblocca lo stallo sulle elezioni
In assenza di un veicolo normativo ad hoc bisognerà attendere la decisione del Tar del Lazio di aprile
Le elezioni dei commercialisti si trovano in una sorta di limbo. L’emendamento al decreto Milleproroghe relativo alle elezioni del Consiglio nazionale non è passato nel testo approvato dalle commissioni alla Camera, per cui la situazione resta di stallo.
Da sottolineare che la prima versione di quell’emendamento contrastava con una recente presa di posizione del ministero della Giustizia, perché prevedeva che gli attuali ordini – in prorogatio dal 1° gennaio 2021 – dovessero eleggere il nuovo Consiglio nazionale per poi decadere. L’emendamento è stato poi riformulato dalla stessa Giustizia per elaborare una versione in linea con le indicazioni che aveva dato il 10 febbraio scorso, quando ha chiarito che ad eleggere il nuovo Consiglio saranno gli Ordini che usciranno vincitori dalle prossime elezioni.
La nuova versione dell’emendamento, che non è passata per la mancanza del nullaosta della Ragioneria, avrebbe sbloccato l’attuale situazione di stallo, risolvendo anche il tema delle pari opportunità, il cui mancato rispetto ha comportato la sospensione del voto degli Ordini territoriali da parte del Consiglio di Stato e attende la decisione del Tar del Lazio prevista per il 14 aprile.
Il Tar potrebbe confermare la sua precedente pronuncia che ha negato la sospensione delle elezioni (ordinanza 6927 del 12 novembre 2020), con l'alto rischio di un nuovo ricorso al Consiglio di Stato (che invece le ha sospese in via cautelare); potrebbe anche rinviare la questione alla Corte costituzionale, eventualità che farebbe allontanare ulteriormente le urne; una terza opzione è che si esprima sul regolamento elettorale.
Le prime elezioni ad essere rinviate a data da definirsi sono state quelle dei 131 ordini territoriali, inizialmente previste a novembre, poi rinviate a febbraio per la pandemia e, successivamente, sospese dal Consiglio di Stato per il mancato rispetto delle pari opportunità. Una sospensione, che come ha chiarito Palazzo Spada con un'ordinanza del 16 febbraio, riguarda tutti gli Ordini territoriali senza eccezioni. Ora, con una recente presa di posizione della Giustizia, sono state rinviate anche le elezioni del Consiglio nazionale, il cui mandato è appena scaduto, previste per il 13 aprile.
I tempi per il rinnovo delle cariche locali e nazionali della categoria sono quanto mai incerti. L'emendamento “bocciato”, mirava a risolvere anche questo problema perché scandiva il calendario elettorale: 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto per stabilire la data delle elezioni degli Ordini, altri 120 giorni per il loro effettivo svolgimento, e 120 giorni dalla data delle elezioni degli Ordini per lo svolgimento delle elezioni del Consiglio nazionale.
Diversi ora i nodi da sciogliere, primo va chiarito se le elezioni degli Ordini avviate (solo per il voto postale) e poi sospese potranno riprendere il loro percorso o bisognerà rifare tutto da capo; ci sono inoltre da stabilire le regole elettorali nel rispetto delle pari opportunità. «In mancanza di uno strumento normativo – spiega il presidente Miani - il Consiglio non ha il potere di lavorare su un nuovo regolamento elettorale che rispetti la parità di genere. In realtà la norma c'è – ricorda Massimo Miani - ed è stata prevista con un emendamento presentato dall’onorevole Conzatti, al decreto Ristori, che introduce proprio regole elettorali sulle parità di genere; il testo originario dell’emendamento però è stato modificato con la specifica che questa norma non andasse applicata alle elezioni in corso, un inciso che oggi ci impone di attendere la decisione del Tar Lazio, anche se – conclude Miani - resta sempre la possibilità di un nuovo veicolo normativo che potrebbe anticipare la decisione del Tar».