Commercialisti, ultima trattativa sullo sciopero
Resta aperto il dialogo tra i sindacati dei commercial isti e il ministero dell’Economia per trattare sullo sciopero. È quanto è emerso durante l’incontro che le sette sigle sindacali della categoria hanno avuto ieri per fare il punto e stabilire le prossime mosse.
La protesta, annunciata il 14 dicembre e proclamata il 12 gennaio, al momento resta confermata e prevede otto giorni di astensione dalle ore 24 del 26 febbraio alle ore 24 del 6 marzo.
La deadline che si sono dati Adc, Aidc, Anc, Andoc, Unagraco, Ungdcec e Unico per la revoca o la conferma è il 16 febbraio. In teoria il Codice di autoregolamentazione, all’articolo 2, comma 2, dà tempo fino a cinque giorni prima per la revoca; lo stesso Codice, però, all’articolo 3, stabilisce che i commercialisti che aderiscono alla protesta devono comunicarlo ai propri clienti almeno dieci giorni prima: da qui la scelta dei sindacati di prendere una decisione definitiva sull’astensione entro questo termine.
Si tratta di aspettare solo tre giorni, un tempo sufficiente, secondo il presidente dell’Adc, Marco Cuchel, «perché ci siano sviluppi importanti».
L’ultimo faccia a faccia tra sindacati, ministero dell’Economia, rappresentato dal vice ministro Luigi Casero, e agenzia delle Entrate, rappresentata dal direttore, Rossella Orlandi, si è svolto mercoledì scorso. In un incontro precedente, il 24 gennaio, i sindacati avevano presentato a Casero un documento in cui riassumevano le loro richieste.
In questi giorni alcune istanze avanzate dalla categoria - che da tempo chiede di avere un ruolo nei processi decisionali che la riguardano - stanno trovando ascolto: domani si apre il tavolo sull’antiriciclaggio, a cui sarà presente anche il Consiglio nazionale dei commercialisti. E a breve dovrebbe aprirsi anche un tavolo sulla fatturazione elettronica e il fisco digitale.
Nessuna apertura da parte del Mef, invece, sulla «rimessa in termini» chiesta dai sindacati per evitare che i clienti vengano sanzionati per i ritardi causati dallo sciopero. In teoria dovrebbe bastare un ricorso per annullare l’eventuale sanzione, dato il nulla osta alla protesta dato dalla Commissione di garanzia per lo sciopero nei servizi pubblici essenziali arrivato il 24 gennaio scorso.
Le richieste dei commercialisti presentate al Mef