Adempimenti

Commissioni sui pagamenti elettronici, nasce il fondo per compensare i costi

È rivolto agli esercenti attività commerciali, mentre esclude gli esercenti arti e professioni

Istituzione di un fondo per compensare i costi sostenuti, sino al 31 dicembre 2020, dagli esercenti attività commerciali per le commissioni dovute sui pagamenti elettronici ricevuti: questo il contenuto essenziale dell’articolo 30-bis aggiunto, in sede di conversione, nel corpo del Dl 34 del 2020. Tra i beneficiari del fondo non sono tuttavia ricompresi gli esercenti arti e professioni nonostante anche questi soggetti siano individuati per analoghe spese, dall’articolo 22 del Dl 124 del 2019, quali destinatari del credito di imposta pari al 30 per cento delle commissioni addebitate per le transazioni effettuate mediante carte di credito, di debito o prepagate emesse da operatori finanziari.

L’aiuto agli esercenti

La misura, contenuta nell’articolo 30-bis, rappresenta un aiuto economico agli esercenti e nel frattempo costituisce un ulteriore tassello nella lotta all’evasione attraverso il potenziamento della tracciabilità dei pagamenti: oltre alla riduzione della soglia per l’utilizzo del contante stabilita, dal 1° luglio 2020, a 1.999,99 euro e destinata a ridursi ulteriormente, dal 1° gennaio 2022, a 999,99 euro, vanno ricordate in quest’ottica tutte le disposizioni contenute nella legge di bilancio per il 2020 con cui in via generale, e fatta eccezione per alcune tipologie di spese quali quelle mediche, la fruibilità delle detrazioni Irpef al 19 per cento è stata condizionata all’avvenuto pagamento mediante versamento bancario o postale ovvero altri sistemi di pagamento tracciabili. Senza dimenticare l’avvio dal 1° gennaio 2021 della lotteria degli scontrini: l’utilizzo di strumenti tracciabili di pagamento per gli acquisti effettuati garantirà di fatto il raddoppiarsi delle possibilità di vincita di premi in denaro integralmente esenti da imposizione fiscale il che, inevitabilmente, porterà ad un incremento di transazioni elettroniche.

Il credito d’imposta per favorire i pagamenti digitali

Per favorire infine l’utilizzo di mezzi alternativi al contante, diminuendo il relativo onere in capo a esercenti attività di impresa, arti e professioni, l’articolo 22 del Dl 124 del 2019 ha per questo previsto il riconoscimento di un credito d’imposta nella misura del 30 per cento delle commissioni addebitate per le transazioni effettuate non solo con carte di debito o di credito, ma anche con carte prepagate o mediante altri strumenti di pagamento elettronici tracciabili, secondo quanto disposto e secondo le modalità, i termini ed il contenuto delle comunicazioni definiti dal provvedimento 181301 del 29 aprile 2020.

Il credito, utilizzabile esclusivamente in compensazione, spetta dal 1° luglio 2020 per le commissioni dovute in relazione a cessioni di beni e prestazioni di servizi rese unicamente nei confronti di consumatori finali, laddove invece l’obbligo di ricevere pagamenti elettronici non contiene analoga esclusione relativamente ai soggetti passivi di imposta. Ulteriore condizione per avvalersene risiede nel limite dei ricavi o compensi relativi all’anno d’imposta precedente i quali non devono essere stati di ammontare superiore a 400mila euro.

Il Fondo da 10 milioni di euro

Ebbene con l’articolo 30-bis del decreto legge Rilancio viene istituito un Fondo ad hoc diretto a compensare i costi degli esercenti attività commerciali per le commissioni sostenute, dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del Dl, e fino al 31 dicembre 2020, sui pagamenti con carte di credito o di debito.

La dotazione del fondo è pari a 10 milioni di euro per l’anno 2021 e tale stanziamento costituisce il limite massimo di spesa e l’importo massimo compensabile dei costi sostenuti dagli esercenti. Per l’utilizzo del fondo dovrà essere adottato un decreto a cura del ministro dell’Economia e delle finanze tenuto conto del volume di affari degli esercenti, in misura proporzionale al volume di affari generato dai pagamenti con carte di credito o di debito, e tenendo conto del predetto limite massimo di spesa.

Gli esercenti, tramite le rispettive associazioni di categoria, potranno inoltre sottoscrivere protocolli volontari per definire con equità e trasparenza il costo massimo delle commissioni.

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