Competenze al centro della riforma commercialisti
Competenze, certificazioni, riorganizzazione. La giornata di ieri è stata dedicata all’incontro tra il Consiglio nazionale dei commercialisti e le sigle della categoria per discutere la riforma dell’ordinamento professionale.
L’associazione dei dottori commercialisti e degli esperti contabili (Adc) sottolinea che «un tema così delicato ed importante merita tempi di studio e un dibattito decisamente più ampi». È centrale l’oggetto della professione: bisogna «ottenere il riconoscimento e le esclusive che altre professioni hanno raggiunto». L’Unione dei giovani dottori commercialisti ed esperti contabili (Ungdcec) propone di introdurre il principio di certificazione di regolarità che metta in evidenza che «la qualità e le garanzie delle prestazioni erogate da un iscritto all’albo non sono assimilabili a quelle svolte da un soggetto non iscritto».
L’associazione nazionale dei commercialisti (Anc) sottolinea «l’opportunità di evitare l’accorpamento degli ordini più piccoli e di far sì che ogni circoscrizione abbia assicurata la presenza dell’ordine». Oltre all’importanza «di valorizzare la figura dell’esperto contabile». Per l’associazione italiana dei dottori commercialisti ed esperti contabili (Aidc), «non può non cogliersi l’occasione per attribuire al dottore commercialista la funzione di incaricato di un pubblico servizio». La devoluzione di parti del procedimento amministrativo, infatti, «deve assurgere a stato di diritto».