Adempimenti

Con il via libera Ue all’e-fattura, è ora di eliminare lo split payment

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di Raffaele Rizzardi

La proposta della Commissione europea di autorizzare l'Italia a derogare alle regole della direttiva per imporre la fattura elettronica sarà sicuramene confermata dall'organo competente, il Consiglio dell'Unione, in quanto non c'è alcun motivo perché questo organo politico non tenga conto del parere del suo organo amministrativo.

Leggendo il documento, ivi comprese le motivazioni, occorre fare alcune considerazioni. La prima riguarda l'ipotesi che l'autorizzazione venga concessa a termine, nella specie sino al 31 dicembre 2021. L'autorizzazione a scadenza non è prevista espressamente dall'articolo 395 della direttiva 2006/112/Ce e chiunque può capire che la strada della fattura elettronica è sicuramente irreversibile.

Una seconda riflessione riguarda il conclamato esonero per i forfetari. Vero è che non devono emettere fatture elettroniche, ma è altrettanto vero che devono attrezzarsi per riceverle, dato che l'emissione con questa modalità è obbligatoria verso qualsiasi partita Iva. Non dimentichiamo a questo proposito il documento della Commissione europea del 18 gennaio scorso, in cui propone di liberare questi soggetti da qualsiasi adempimento.

Ma l'osservazione di maggior rilievo riguarda la motivazione contenuta nella richiesta del nostro Paese: con la fatturazione elettronica il tempo occorrente al fisco per eseguire i controlli di coerenza tra l'Iva dichiarata e l'Iva versata scenderebbe da 18 «a tre mesi, ponendo così fine molto più rapidamente alla catena fraudolenta».

Dobbiamo confrontare questa motivazione con quella posta a base della richiesta di autorizzazione allo split payment: la decisione del consiglio (UE) 784 del 25 aprile 2017 – quindi non molto tempo fa – motiva la richiesta di portare la scadenza di questa modalità di fatturazione al 30 giugno 2020, «quando sarà stata sviluppata e posta in atto un'adeguata politica di controllo sulla base dei dati disponibili per via elettronica».

È palese che le due motivazioni sono in aperta contraddizione. Delle due l'una: o non crediamo nell'efficacia della fatturazione elettronica e allora continuiamo sino al 2020 con lo split payment, o - come dovrebbe essere – passiamo alla fatturazione elettronica perché siamo sicuri che migliorerà l'accertamento, e quindi cancelliamo subito lo split payment. Ma a questo punto anche il reverse charge. Entrambi generano inutili e costose complicazioni.

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