Adempimenti

Corsa contro il tempo per aderire alla pace fiscale in Cassazione

Dall’entrata in vigore solo 120 giorni disponibili: si va verso la scadenza entro fine anno. Escluse dalla sanatoria le liti sulle risorse proprie Ue e sugli aiuti di Stato

di Ivan Cimmarusti e Giovanni Parente

È corsa contro il tempo per avvalersi della definizione agevolata, l’istituto previsto dalla riforma della giustizia tributaria per smaltire fino al 50% delle circa 47mila cause arretrate in Cassazione, circa 23mila liti. Il termine per presentare le istanze potrebbe essere a fine anno, ma si dovranno considerare tutti gli ostacoli previsti dalle regole sulla sanatoria.

Con il voto favorevole e le modifiche introdotte giovedì al Senato, adesso il Ddl governativo di iniziativa della Guardasigilli Marta Cartabia e del ministro dell’Economia Daniele Franco, viaggia verso la Camera dei deputati: martedì 9 è atteso il via libera definitivo. I tempi tecnici della successiva pubblicazione in «Gazzetta Ufficiale» potrebbero portare all’entrata in vigore entro fine agosto. Da qui poi scatterebbe il conto alla rovescia dei 120 giorni dell’adesione che dovrebbero concludersi verso la fine del 2022.

Prima di tutto bisogna valutare in quale delle due ipotesi previste si rientra . In caso di doppia sconfitta integrale delle Entrate nei precedenti gradi di giudizio, si potranno cancellare le liti fino a 100mila euro pagando il 5%, mentre qualora l’Agenzia abbia perso in tutto o in parte in uno solo dei gradi di merito, la sanatoria sarà rivolta alle liti fino a 50mila euro ma con il pagamento del 20 per cento.

Il contribuente che intenderà avvalersi dell’istituto dovrà presentare istanza entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore della norma e contestualmente versare gli importi dovuti (ad eccezione del caso in cui non ci dovessero essere importi da versare). Proprio in relazione alle cifre è stato espressamente stabilito che si terrà conto di eventuali versamenti già effettuati a qualsiasi titolo in pendenza di giudizio, ferme restando le due aliquote del 5% e del 20 per cento. Ma la definizione non consentirà la restituzione delle somme già versate sebbene eccedenti rispetto a quanto dovuto per la sanatoria.

Escluse dalla rottamazione

Non tutte le liti sono rottamabili. Rientrano nel perimetro della definizione agevolata le cause pendenti presso la Suprema corte al 15 luglio di quest’anno. Restano poi fuori i contenziosi relativi a risorse proprie dell’Unione europea (è il caso essenzialmente di dazi e tariffe doganali) e dell’Iva all’importazione. Escluse anche tutte le cause che vertono sulle somme dovute a titolo di recupero di aiuti di Stato.

Richiesta di sospensione

Le controversie definibili non sono automaticamente sospese. La parte che ne vorrà beneficiare dovrà presentare comunque un’istanza al giudice in Cassazione, dichiarando di volersi avvalere della definizione agevolata. In tal caso il processo sarà sospeso fino alla scadenza dei 120 giorni concessi per aderire dall’entrata in vigore della norma. L’eventuale rifiuto della definizione andrà notificato entro trenta giorni (si utilizzeranno le modalità per la notifica degli atti processuali). Il contribuente potrà impugnare il rifiuto entro 60 giorni davanti alla Corte di cassazione.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©