Contabilità

Crescita e mercato unico dei capitali passano dai principi contabili

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di Isabella Bufacchi

Sì alla standardizzazione, all’equiparazione e all’armonizzazione delle regole contabili europee, perché sono il requisito indispensabile per creare un mercato unico bancario, finanziario e dei capitali in Europa. Purché però l’introduzione degli Ifrs (International financial reporting standards) con i suoi alti costi immediati per conquistare benefici futuri vada nella direzione della salvaguardia del “bene pubblico europeo” e dunque dell’economia. Per centrare questo doppio obiettivo, che pone sempre più sullo stesso piano crescita economica ed efficienza dei mercati da parte di legislatori, supervisori e regolatori in Europa, aumenta e si consolida il ruolo di indirizzo dell’Efrag (European financial reporting advisory group) nella valutazione e stima ex-ante ed ex-post dell’impatto delle nuove regole contabili sull’economia, sulla stabilità finanziaria, sulla competitività, sulle Pmi e anche sul comportamento degli investitori di lungo termine.

«I nuovi principi contabili standard Ifrs per le società quotate nei mercati regolamentati aiuteranno la creazione del mercato dei capitali unico europeo perché aumenteranno la trasparenza e la comparabilità», ha commentato Andrew Watchman, ceo di Efrag, ai margini di una conferenza internazionale organizzata ieri a Roma da Efrag e Oic, Organismo italiano di contabilità.

La fase è tuttavia delicata perchè è in corso il processo di implementazione delle “quattro grandi” nuove regole sui principi contabili internazionali: Ifrs9 per banche e gli strumenti finanziari e Ifrs15 sui ricavi dal prossimo gennaio; Ifrs 16 sul leasing dal 1° gennaio 2019 e i temutissimi Ifrs17 per le compagnie di assicurazione, posticipati al 2021 come suggerito da Efrag. Questa overdose di regole contabili si intreccia con Solvency 2 e Mifid 2, con la stretta sui requisiti prudenziali per le banche oltre a Mrel e Tlac, in un contesto di tassi molto bassi e rendimenti ai minimi storici che stanno già mettendo a dura prova i bilanci di banche e compagnie di assicurazione. Per questo, l’enfasi sull’analisi dell’impatto delle regole su mercato, operatori ed economia è altissima. L’Efrag è costantemente al lavoro al fianco dell’Iasb (International accounting standards board): «Le nuove regole contabili vengono modificate in corsa anche prima della loro adozione, grazie alle nostre segnalazioni», ci tiene a sottolineare Watchman, consapevole della concorrenza che l’Europa deve fronteggiare dagli Usa sul campo contabile. «Non posso fare pronostici ma ritengo personalmente che dopo Brexit il Regno Unito adotterà comunque gli IFRS europei», è convinto il ceo dell’Efrag.

E anche sulle Pmi si è acceso un faro perché scoraggiate dagli alti costi dei requisiti di trasparenza per fare ingresso ai mercati regolamentati. «È in corso una riflessione per introdurre Ifrs semplificati per le Pmi», fa sapere Watchman.

Per Paolo Gnes, presidente del board dell’Oic, si può e si deve fare di più perché è proprio al momento dell’implementazione dei nuovi requisiti contabili che emergono i problemi. «Applicare nel concreto le perdite attese sui crediti in portafoglio non sarà facile», ha ammonito Gnes, ricordando che la valutazione della probabilità di default esiste già e puntando il dito sull’assenza di strumenti condivisi ed omogenei di valutazione Ifrs9. Bisogna dunque evitare gli alti costi per banche e assicurazioni che possono derivare dalla sovrapposizione di requisiti contabili e prudenziali. E va incoraggiata la semplificazione e razionalizzazione delle norme. Quel che occorre, è il suggerimento emerso dalla conference ieri, è un maggiore coordinamento tra standard contabili e supervisione prudenziale: tutto per il “bene pubblico europeo” e dunque per favorire (e non danneggiare) la crescita economica, rafforzando al tempo stesso la stabilità finanziaria e l’armonizzazione delle regole contabili europee.

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