Denunciare il malessere è solo il primo passo
Lo sciopero dei commercialisti annunciato per il periodo tra il 29 aprile e il 3 maggio, alla vigilia della stagione delle dichiarazioni e alla chiusura della prima tornata dei bilanci, tenta di incanalare il malessere dei professionisti economici. L'obbligo generalizzato della fattura elettronica, con le difficoltà tecniche di adeguamento, per gli studi e dei loro clienti, costituisce solo una miccia della protesta. Pesa, dopo anni in cui redditi e fatturato medi hanno tenuto con fatica (gli ultimi dati del rapporto elaborato da Confprofessioni - novembre 2018 - facevano emergere anzi un piccolo segno più) l'incertezza sul destino della professione che nelle sue competenze tipiche - dal fisco alla consulenza aziendale - subisce da un lato la concorrenza dell'amministrazione finanziaria e dall'altro quella di altre professionalità, non sempre riconducibili agli Ordini. Il rischio o l'incubo è di precipitare in una condizione di marginalità diffusa. Beninteso, ci sono tante realtà di eccellenza, boutique di competenze, aggregazioni che si sforzano di offrire al mercato ricette multiprofessionali. Il problema, però, è inventarsi una nuova formula professionale soprattutto per chi è rimasto schiacciato sugli adempimenti, disordinati, talvolta esorbitanti e comunque così odiosi che è difficile convincere i clienti a pagarli ogni anno un po' di più. Una sfida che mette alla prova, prima di tutto il Consiglio nazionale. La strada proposta delle specializzazioni ha finora suscitato forti contrasti interni, poiché si rischia di sancire una divisione tra chi ha già una specializzazione e chi ha un'attività generalista o di aprire un mercato di titoli formativi utili solo sulla carta. Allora diventa essenziale un confronto interno leale, aperto, senza formalismi e senza troppi elementi corporativi. La proclamazione dello sciopero ha un senso se si aprirà questa fase, banditi i personalismi. Altrimenti l'allarme lanciato da due sigle sindacali potrebbe addirittura aggravare la situazione, aggravando le divisioni.