Adempimenti

Esportazioni dirette in Svizzera con certificati totalmente digitali

La circolare 16/D/2021: i certificati di origine preferenziale per merci potranno essere richiesti e rilasciati in modalità completamente telematica

Eur1 full digital di fatto obbligatorio per le spedizioni di merci preferenziali dirette in Svizzera. Dopo il positivo superamento del periodo transitorio e considerata la forte partecipazione degli operatori economici al processo di digitalizzazione dei certificati, con la circolare 16/2021 l’agenzia Dogane Monopoli (Adm) supera la fase transitoria in favore dell’entrata a regime del progetto full digital.

I certificati di origine preferenziale per merci scambiate tra Italia (IT) e Svizzera (CH), dunque, potranno essere richiesti e rilasciati in modalità completamente telematica, senza bisogno della stampa sui modelli di carta filigranata che necessitano ancora del timbro e della firma dell’autorità di controllo.

Si tratta di una grande novità e di un processo di innovazione che Adm ha effettivamente realizzato in tempi molto rapidi e con ottimo successo; ovviamente, la strada tradizionale è ancora aperta e, dunque, gli operatori che non volessero attivare l’Eur1 digitale possono procedere alla sua richiesta on line, alla stampa sul modello cartaceo ed a recarsi poi in Dogana per ottenere la relativa validazione.

Per la Svizzera, dunque, si supera il modello della previdimazione, per cui ancora oggi è possibile avere dalle dogane dei modelli pre-validati in bianco, da compilare autonomamente e spedire a destino. Questa pratica, però, è in corso di esaurimento e, anzi, avrebbe dovuto terminare il 30 aprile 2021, mentre con la circolare 16/D/2021 è stata rinviata al 31 luglio 2021, atteso il perdurare dell’emergenza sanitaria.

Dunque, ora i binari sono due.

Per gli scambi IT/CH, l’Eur1 è ora digitale o, in alternativa, dapprima stampato su carta e, poi, portato presso l’Ufficio per la validazione, con evidente aggravio dei costi ed allungamento dei tempi di sdoganamento e spedizione.

Per tutti gli altri Paesi – e sono molti – con i quali esiste un accordo che prevede l’emissione di certificati cartacei, invece, il sistema appare purtroppo ancora molto ingessato e lo sarà ancor di più dopo il 31 luglio 2021. Con la proroga della pratica dei certificati previdimati, infatti, fino ad allora gli operatori potranno avere il foglio in bianco già firmato dal funzionario preposto; dopo il termine individuato, invece, il certificato dovrà prima essere compilato e stampato in azienda e, poi, portato in Dogana, con conseguenze evidenti in termini di costi e tempi.

In questo quadro, si auspica che il buon modello IT/CH possa essere esteso, magari con intervento della Commissione Ue, a tutte le ipotesi di accordi in essere, oppure che si opti per un sistema di registrazione degli operatori che abbandoni definitivamente il sistema dei certificati.

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