Fattura elettronica, sì della Privacy ma con limiti ai controlli
File Xml utilizzabili per i riscontri sui rimborsi e i controlli formali del 730
Parere favorevole condizionato sullo schema di provvedimento delle Entrate contenente le nuove regole tecniche per memorizzare ed utilizzare i dati delle fatture elettroniche per l’analisi e il controllo del rischio fiscale. Il Garante della Privacy ha pubblicato la sua analisi circa il contenuto del provvedimento direttoriale destinato a sostituire integralmente quello ad oggi in vigore datato 30 aprile 2018, richiedendo all’Agenzia non solo maggiori garanzie circa le attività di trattamento delle informazioni dei «dati fattura integrati» relativi a natura, quantità e qualità delle operazioni, ma vietandone anche l’utilizzo nei confronti del consumatore finale se non in conseguenza di verifiche fiscali già avviate su operatori economici.
Il Garante, sulla base di un campionamento dei circa 2 miliardi di documenti transitati annualmente da Sdi, dei quali circa la metà destinato a consumatori finali, oltre a richiedere massima attenzione nel trattamento delle fatture relative a servizi legali, imponendo che le relative informazioni integrate siano rese inintelligibili, avverte gli operatori economici che l’emissione di e-fatture nei confronti del consumatore finale, al posto di altri documenti commerciali, quando non risulti imposta da obbligo di legge o venga richiesta espressamente dal cliente, si pone in potenziale conflitto con le misure privacy: da ciò il divieto per il Garante di emettere e-fatture se non nei casi previsti o su richiesta del consumatore.
In attuazione dell’articolo 14 del Dl 124 del 2019, l’agenzia delle Entrate ha predisposto uno schema di provvedimento destinato a sostituire integralmente quello attualmente operante, datato 30 aprile 2018, in materia di fatturazione elettronica per disciplinare l’utilizzo dei dati contenuti nel tracciato Xml anche per finalità non esclusivamente di accertamento fiscale. Il decreto, collegato alla manovra di Bilancio 2020, ha infatti non solo esteso il periodo di mantenimento sino al 31 dicembre dell’ottavo anno successivo, ma ha anche ampliato l’oggetto ricomprendendovi tutti i dati contenuti nel file Xml, compresi quelli relativi a natura, qualità e quantità dei beni e servizi documentati, oltre che modalità di pagamento, che andranno memorizzati in una «banca dati fattura integrati», ad eccezione delle fatture emesse nei confronti di consumatori privati finali, al fine di svolgere attività di analisi del rischio e di promozione dell’adempimento spontaneo.
I funzionari delle Entrate potranno inoltre consultare e acquisire i file Xml anche per eseguire rimborsi o per il controllo formale delle dichiarazioni compresi i modelli 730. Le Entrate dovranno a questo punto individuare misure di garanzia idonee ad escludere ulteriori trattamenti dei dati relativamente a operazioni B2C, anche adottando sistemi di monitoraggio e controllo da estendersi alle attività di trattamento realizzate dalla Guardia di Finanza che, sulla base di una convenzione da stipulare, avrà accesso alle banche dati.