Contabilità

Frodi Iva e finte società al setaccio con le 20 banche dati della GdF

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di Marco Mobili e Giovanni Parente

La lotta alle frodi Iva e al sommerso della Guardia di Finanza passa da almeno 20 banche dati che spaziano dal semplice controllo del territorio alla gestione specializzata di informazioni acquisite dai principali information provider internazionali su oltre 200 milioni di aziende private sparse in tutto il mondo. Ma ce ne sono anche tre specifiche dedicate esclusivamente al mercato del gioco illegale. D’altronde l’evasione tributaria - che secondo le ultime stime della relazione al Parlamento del Mef tocca almeno quota 90,4 miliardi - richiede il ricorso a indagini sempre più sofisticate e a banche dati sempre più efficienti. Ma come vengono utilizzate? A spiegarlo è il comandante del Nucleo speciale entrate della Guardia di Finanza, Danilo Massimo Cardone. Il quale precisa subito che «non c’è nessun Grande Fratello» ma piuttosto c’è la capacità delle Fiamme Gialle di lavorare sull’acquisizione e l’analisi di dati, notizie e informazioni «utili a delineare il profilo dei contribuenti connotati da elevati indici di rischio fiscale».

Il patrimonio informativo delle 20 banche dati principalmente dedicate alla tutela delle entrate consente al Nucleo speciale di individuare un contesto di riferimento macro, quale ad esempio possono essere le frodi Iva o il gioco d’azzardo, per poi produrre analisi di rischio per intercettare fenomeni legati all’evasione, all’elusione e alla criminalità organizzata. Nessuna operazione di massa, sottolinea il comandante del Nucleo speciale. Si procede, invece, «in virtù del principio dell’oculata selezione degli obiettivi: cardine ineludibile per garantire la massima remuneratività all’attività di controllo, sia in termini di maggiore ed effettivo gettito, sia a sostegno della compliance, soprattutto in un sistema, come quello italiano, a fiscalità di massa, fondato su adempimenti spontanei dei contribuenti e connotati tutti da una patologica strutturalità dell’evasione/elusione fiscale».

Nel 2018 sono state pianificate 14 iniziative, definite «progetti», di cui 6 affrontano in misura prevalente le frodi Iva. Ma non solo. «Oltre al forte presidio alle frodi Iva, quest’anno particolare attenzione è riservata all’evasione di lavoratori autonomi e professionisti, nonostante ci sia una sola iniziativa che però ricomprende una platea molto ampia di soggetti». E proprio per l’analisi di rischio relativa ai lavoratori autonomi i reparti territoriali potranno avvalersi da oggi della banca dati Amico plus (si veda Il Sole 24 Ore del 25 luglio).

Nel mirino sono finiti anche i finti residenti all’estero. «Dopo un’attenta analisi di rischio, è stata realizzata una specifica attività progettuale - spiega il comandante del Nucleo speciale - attraverso la quale sono stati individuati soggetti formalmente emigrati che però manifestano segnali di radicamento con il territorio italiano». C’è poi il gioco, finito nel mirino del Governo Conte, ma da tempo osservato speciale delle Fiamme Gialle. Tre le banche dati dedicate al gaming in grado di far emergere anomalie delle videolottery utilizzate in realtà per ripulire il denaro sporco, degli operatori new slot o del gioco online. In questo ultimo caso, ricorda Cardone, il Nucleo è andato a vedere i conti di gioco online (se ne può aprire uno per concessionario) facendo emergere circa 6,5 milioni di conti gioco aperti. Sotto la lente sono stati passati i dati in cui non c’era corrispondenza tra importi immessi e disponibilità della famiglia fiscale, eventuali dismissioni di patrimonio e introduzione di capitale dall’estero.

La lotta all’evasione internazionale resta comunque una delle priorità della Guardia di Finanza. Oltre all’Aire per le finte residenze, il Nucleo speciale si è concentrato sulle frodi e sui fenomeni di evasione particolarmente complessi e con un alto profilo di rischio. Tre i fenomeni messi sotto analisi: le stabili organizzazioni dove la GdF si è concentrata ad esempio su una società leader a livello mondiale sul collocamento di prodotti finanziari, che ha ceduto polizze e strumenti finanziari per oltre 8 miliardi di euro. La contestazione della stabile organizzazione in Italia ha spinto la multinazionale a chiudere un accertamento con le Entrate versando oltre 100 milioni a titolo di imposte e altri 8,5 milioni per patteggiare i reati tributari contestati dal Fisco italiano. E ancora i fenomeni di esterovestizione e prezzi di trasferimento.

In questo ambito il Nucleo si avvale anche di quattro database mirati sulle società e le loro strutture messi a disposizione dalla Bureau Van Dijk (BvD). Strumenti mirati che, come conclude Cardone, «sono particolarmente utili per individuare fenomeni di erosione/spostamento di base imponibile su scala internazionale e per la ricostruzione della catena societaria di controllo».

I 20 database della Guardia di Finanza

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