Imposte

Gli esclusi: pensionati e partite Iva

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di Antonio Cannioto e Giuseppe Maccarone

Tra gli esclusi dal bonus fiscale previsto dal decreto sulla spending review varato ieri dal Governo, figurano i pensionati, gli incapienti e le partite Iva. Sugli incapienti, il presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, nel corso della conferenza stampa che si è svolta dopo l'approvazione del decreto legge, ha annunciato un ulteriore provvedimento che sarà varato in futuro. Chi sperava che tra i beneficiari vi fossero anche le cosìddette partite Iva è rimasto deluso: per loro, infatti, nulla di fatto. Forse, se e quando verrà varato il provvedimento sugli incapienti, risorse permettendo, anche l'esercito delle partite Iva potrebbe rientrarvi.
Discorso a parte va fatto per i lavoratori domestici (colf e badanti). Questi ultimi percepiscono un reddito di lavoro dipendente ma sono orfani di sostituto di imposta. Infatti, quando la famiglia, intesa come datore di lavoro, paga la retribuzione, non è obbligata a operare alcuna ritenuta fiscale. Ciò in quanto la stessa non è annoverata tra i soggetti che devono operare la ritenuta di acconto al momento della corresponsione degli emolumenti (articolo 23 del Dpr 600/73). Il decreto legge varato ieri demanda proprio ai sostituti di imposta il riconoscimento del bonus. Per il lavoratore domestico sembrerebbe non esserci via di uscita a meno che, in sede di conversione del decreto, non si preveda la possibilità del riconoscimento del bonus fiscale nella dichiarazione dei redditi. Poiché la condizione primaria per il riconoscimento del bonus è l'esistenza di un debito di imposta (al netto delle detrazioni fiscali applicabili), se il collaboratore domestico non ha familiari a carico, ha lavorato tutto l'anno e percepisce un reddito che, al netto dei contributi Inps, non supera la soglia di 8mila euro, non avrà mai il bonus.

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