«Isa», un assist dai dati già dichiarati in passato
Non c’è solo la riduzione da 193 a 150 del numero degli indicatori. L’addio agli studi di settore è destinato anche a “tagliare” le informazioni richieste a professionisti e imprese nella compilazione dei modelli. Gli indicatori di affidabilità si baseranno, infatti, su un vero e proprio confronto con i database dell’Anagrafe tributaria. Un esempio concreto è rappresentato dal valore per addetto. La corrispondenza delle giornate retribuite sarà “misurata” con i modelli 770 e con le certificazioni uniche dei redditi. Poi a regime con il sistema Uniemens-Inps. L’indicatore delle giornate retribuite, poi, si applicherà solo ai soggetti che hanno dichiarato nei modelli studi di settore o Isa che nel 770 o nelle certificazioni uniche di avvalersi esclusivamente di dipendenti a tempo determinato.
Un altro tipo di incrocio di dati per costruire gli Isa è quello che si basa sulla precedente attività di controllo da parte dell’amministrazione finanziaria. In sostanza l’indicatore elementare di affidabilità (è questo il nome tecnico di battesimo) si attiverà solo per le partite Iva che sono state oggetto di accessi brevi (una particolare forma di verifica in sede) e sarà determinato attraverso il rapporto tra i maggiori ricavi o compensi risultanti dall’applicazione degli studi di settore e i dati rilevati dai verificatori fiscali.
Particolare rilievo assume anche la gestione del magazzino, per il quale il Fisco punterà a premiare le politiche di riduzione delle giacenze: tanto maggiore è l’entità del “taglio delle scorte”, tanto più elevato sarà il punteggio di affidabilità (e quindi la fedeltà) assegnato.
Come ricordato ieri da Ruffini in audizione parlamentare i dati necessari per la realizzazione e l’applicazione degli Isa saranno acquisiti dall’Anagrafe tributaria e dalle banche dati delle altre amministrazioni. Ma non solo, perché saranno messi a disposizione dei contribuenti e degli intermediari, anche attraverso il cassetto fiscale, che si arricchirà di contenuti e di strumenti informativi di supporto ai contribuenti .
Questa è, quindi, l’altra scommessa della Sose e della stessa amministrazione finanziaria: restituire a imprese e professionisti dei report sulla loro attività produttiva. Una sorta di consulenza virtuale basata sui dati raccolti settore per settore. E saranno cinque i differenti report disponibili nel cassetto fiscale: «Economico di settore», ossia una fotografia dei principali settori dell’economia, attraverso la descrizione sintetica della struttura e delle dinamiche del settore di riferimento; «Audit e Benchmark» che illustrerà i risultati delle analisi effettuate sulla nuova piattaforma di condivisione dei dati delle imprese italiane, soggette agli indici di affidabilità; «Affidabilità di settore» che, per ciascun settore economico, offrirà l’indice sintetico di affidabilità mediamente conseguito dalle imprese del settore nei periodi di imposta interessati; «Analisi note aggiuntive» per analizzare e classificare le note trasmesse dai contribuenti in specifiche aree tematiche. A completare il quadro di riferimento ci sarà anche il «Report di affidabilità personale» che, per ciascun contribuente, mostrerà l’Indice sintetico di affidabilità che emerge dall’analisi dei modelli di acquisizione dei dati compilati per i periodi di imposta interessati e riporterà, in forma grafica, il sistema degli indicatori elementari di affidabilità e di anomalia.