Adempimenti

Istat: l’Ires 2017 pesa il 10,1% in meno sulle imprese

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di Davide Colombo e Marco Mobili

Un taglio del 10,1% del carico fiscale sulle imprese. È quanto valgono complessivamente, secondo l’Istat, i principali provvedimenti sulla tassazione dei redditi delle società di capitali entrati in vigore nel 2017, e ritoccati come è accaduto per l’Aiuto alla crescita economica (Ace) dalla manovra correttiva da 3,4 miliardi approvata giovedì definitivamente dal Senato. In una valutazione sugli «Effetti dei provvedimento fiscali sulle imprese» sono stati calcolati e messi a fronte gli impatti della riduzione dell’aliquota Ires dal 27,5% al 24%, della proroga del maxi-ammortamento per i nuovi beni strumentali e del depotenziamento dell’Ace.

La riduzione Ires di 3,5 punti percentuali, determina un taglio lineare del 12,7% dell’imposta pagata sul reddito delle società, mentre la proroga del superammortamento garantisce alle imprese che investono in nuovi macchinari uno sconto medio dell’1,6 per cento. A ridurre i benefici fiscali è il depotenziamento dell’Ace che secondo l’Istat produce un aggravio d’imposta del 4,2 per cento. Aggravio che sarà certamente più consistente visto che il 4,2% è determinato per un 3,4% dalla riduzione del rendimento figurativo disposto a fine 2016 dalla legge di bilancio e il restante 0,8% dalla rideterminazione della base Ace su 5 anni in vigore dal 24 aprile scorso con l’entrata in vigore della manovra correttiva. Aggravio che dovrà essere rivisto al rialzo visto che la Camera in fase di conversione del Dl manovrina ha ripristinato la base Ace cancellando il limite dei 5 anni, ma ha ulteriormente ridotto il rendimento figurativo del capitale proprio dal 2,3% all’1,6% e successivamente dal 2018 all’1,5 per cento. A beneficiare dei provvedimenti fiscali sarà il 55,3% delle imprese pari a 417mila contribuenti Ires e che tradotti in risparmio fiscale valgono 2,2 miliardi di euro, pari – scrive l’Istat – al 10,1% del gettito complessivo. A ben vedere la riduzione delle aliquote Ires avrà effetti su tutte le imprese a debito d’imposta e che sono il 63,7% della platea esaminata. Mentre il superammortamento garantirà effetti positivi al 24% dei contribuenti Ires. Quasi 4 imprese su 10 (il 38%), invece, sarà penalizzato dalla stretta sull’Ace.

Per quanto riguarda l’analisi degli effetti prodotti dalla proroga del superammortamento, l’Istituto di statistica segnala che a beneficiarne saranno 183.442 imprese e la platea aumenta al crescere della dimensione dell’attività produttiva. L’industria è il settore dove si concentra la maggior parte dei beneficiari compresi quelli che potrebbero esserlo ma non potranno percepire il bonus perché incapienti. Un fenomeno, quest’ultimo, che coinvolgerà il 27,7% delle società, mentre la quota dello sgravio persa per incapienza risulterà pari al 37,9 per cento. La stretta Ace, invece, produce un aggravio Ires maggiore per le imprese meno strutturate e soprattutto per quelle a bassa intensità tecnologica: si passa dal 6,8% di aggravio al 2,3% per le imprese più grandi con oltre 500 addetti.

Istat: gli effetti dei provvedimenti fiscali sulle imprese

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