Controlli e liti

L’Agenzia proroga le figure di capoteam e capoarea fino a giugno

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di Giovanni Parente

Arriva sul filo di lana una proroga di tre mesi di capoteam e capoarea delle Entrate. Gli incarichi in scadenza entro oggi «devono quindi intendersi, salvo diverso e motivato avviso dei responsabili di struttura, di norma prorogati fino al 30 giugno 2018» come spiega una nota della Direzione centrale Risorse umane comunicata ieri anche alle principali sigle sindacali. I prossimi step prevedono la predisposizione degli atti di proroga. Poi i “prolungamenti” saranno registrati sulla piattaforma di gestione delle risorse umane.

Un extratime necessario a garantire «il corretto funzionamento degli uffici e la regolare prosecuzione delle attività amministrative». Anche perché da martedì prossimo, alla ripresa delle attività, sarebbero rimaste”sguarniti” incarichi delicati e cruciali per lo svolgimento delle attività negli uffici delle Entrate.

Ma la questione dei circa 4mila tra capoteam e capoarea, per i quali comunque tra tre mesi potrebbe riproporsi di nuovo il problema della scadenza dell’incarico, non è la sola a tenere banco. La comunicazione di ieri ha precisato che, da un lato, si lavora a perfezionare l’accordo per il premio di produttività 2015 e per la procedura di sviluppo economico per il 2017 e, dall’altro, sono in fase di avvio le attività per sottoscrivere un nuovo accordo per ulteriori progressioni economiche.

Sullo sfondo, però, c’è anche l’attuazione delle novità introdotte dalla legge di Bilancio 2018. A cominciare dall’istituzione delle nuove posizioni organizzative per lo svolgimento di incarichi di elevata responsabilità (Poer), alta professionalità (Poap) o particolare specializzazione (Pops). Al di là delle sigle si tratta di un ridisegno del layout a livello centrale, regionale e periferico delle strutture dell’Agenzia, che potrebbe riguardare una volta andata a pieno regime circa 1.500 posizioni e su cui già nel giro di qualche settimana si potrebbe definire una road map e un confronto con i sindacati nell’ottica di definire il quadro già entro il 2018.

Un’operazione che passa da un ripensamento di quale degli attuali ruoli dirigenziali possa essere ricondotto nelle nuove posizioni. E contemporaneamente questo dovrebbe segnare la fine delle posizioni organizzative speciali e di quelle temporanee: queste ultime sono state prorogate fino al 31 dicembre 2018 in attesa dello svolgimento del concorso da dirigente.

Anche su questo fronte si sta lavorando a mettere il primo tassello della norma contenuta in manovra. A quanto risulta non dovrebbe essere molto lontano dal traguardo il decreto dell’Economia di concerto con la Pa per individuare modalità e contenuti delle prove scritte e orali di esame. Dopo questo “snodo”, però, bisognerà mettere mano alla nomina della commissione d’esame e alla redazione del bando vero e proprio. Al netto delle incognite su eventuali ricorsi e controricorsi che hanno caratterizzato la storia recente degli ultimi concorsi a dirigenti alle Entrate (mai conclusi), sarà proprio il fattore-tempo arisultare decisivo per completare tutta la riorganizzazione anche a livello locale.

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