I temi di NT+Le massime di Cassazione

Le sentenze di Cassazione su presunzioni di secondo grado, registro e plusvalenze

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di Luca Benigni e Ferruccio Bogetti

Sì alle presunzioni di secondo grado per accertare il fatto tributario ignoto

Nel sistema processuale non esiste il divieto delle presunzioni di secondo grado (cosiddetto praesumptio de praesumpto) perché lo stesso non è riconducibile né agli articoli 2729 e 2697 del Codice Civile e neppure ad altra norma dell’ordinamento. Il fatto noto accertato in via presuntiva, in base a una o più presunzioni, purché gravi, precise e concordanti, può costituire la premessa di un’ulteriore inferenza presuntiva idonea, laddove a sua volta adeguata, a fondare l’accertamento del fatto ignoto.

Cassazione, ordinanza 29350/2021

Recesso del committente con automatismi reddituali su appaltatore e suo sub

Al momento dell’esercizio del recesso dal contratto di appalto da parte del committente consegue, ai fini della determinazione delle imposte su redditi, da una parte, lo scioglimento del contratto di appalto e, dall’altra, anche quello del contratto di subappalto. Alla formazione del reddito di impresa del subappaltatore concorrono, infatti, secondo il principio di competenza del Tuir, i ricavi per corrispettivi maturati fino all’esercizio del recesso da parte del committente. E ciò per l’impossibilità sia per l’appaltatore che per il subappaltatore di proseguire nell’esecuzione dell’opera dopo lo scioglimento del contratto.

Cassazione, ordinanza 29485/2021

Indennità di rivalsa dell’assicuratore subentrante deducibile per 1/18 l’anno

Non si deduce interamente, nell’esercizio in cui finanziariamente si sostiene, l’indennità di rivalsa, che l’agente di assicurazione subentrante corrisponde alla compagnia assicuratrice preponente. Tale indennità di rivalsa, rimborsata dalla compagnia all’agente di assicurazione cessato a titolo di compensazione dell’avviamento perduto, va dedotta fiscalmente per competenza in base all’articolo 103 del Tuir. Pertanto le quote di ammortamento dell’avviamento iscritte nell’attivo del bilancio sono deducibili in misura non superiore ad un diciottesimo del valore stesso.

Cassazione, ordinanza 29987/2021

Imposta fissa se non c’è vincolo di sinallagmaticità tra le prestazioni delle parti

È convenzione urbanistica la cessione a titolo gratuito del privato a un comune di aree gravate da vincolo preordinato all’espropriazione per pubblica utilità con la compensazione di diritti edificatori (ancora “in decollo”) su aree da individuare (a seguito di “atterraggio”). Essa è infatti soggetta non ad imposta proporzionale bensì ad imposta di registro in misura fissa, perché non sussiste alcun vincolo di sinallagmaticità e corrispettività tra le contrapposte prestazioni delle parti. Per contro, esse si integrano e si compongono nella realizzazione di una più complessa funzione di pianificazione urbanistica e di trasformazione edilizia del territorio comunale.

Cassazione, ordinanza 30088/2021

Entrano nel processo tributario le dichiarazioni dei terzi

Le dichiarazioni sostitutive rese dai terzi riparatori possono essere introdotte nel processo tributario per avvalorare l’inerenza dei costi delle riparazioni di automezzi sostenuti dal contribuente. Intanto esse non costituiscono aggiramento del divieto di prova testimoniale, poi consentono ampia tutela dei principi del giusto processo nella piena attuazione del diritto di difesa.

Cassazione, ordinanza 30209/2021

Regimi fiscali distinti per la cessione di edifici e di terreni edificabili

Non si applica alle cessioni aventi ad oggetto il terreno su cui insorge un fabbricato il primo comma, lettera b), dell’articolo 67, del Tuir, che assoggetta a tassazione quali redditi diversi le plusvalenze realizzate a seguito di cessione a titolo oneroso di terreni suscettibili di utilizzazione edificatoria, a seguito all’evoluzione della giurisprudenza di legittimità. Intanto, la distinzione tra edificato e non ancora edificato, si pone quale alternativa esclusiva che non ammette un tertum genus. Poi la cessione di un edificio non può essere riqualificata come cessione del terreno sottostante neppure quando l’edificio non assorbe integralmente la capacità edificatoria del lotto. Ed ancora, la cessione di edificio, con allegata pattuizione delle parti di demolire e ricostruire, anche con ampliamento di volumetria, non può essere riqualificata come cessione di terreno edificabile. Infine, il potere dell’Amministrazione, di riqualificare il negozio giuridico, trova il limite della norma, che prevede regimi fiscali distinti per la cessione degli edifici e per la cessione dei terreni edificabili.

Cassazione, ordinanza 30756/2021

Registro, divisione comunione ereditaria non tassabile come compravendita

Ai fini dell’imposta di registro l’atto di divisione della comunione ereditaria non può essere tassato quale compravendita neppure se taluni singoli coeredi ricevono beni in natura di valore superiore alla loro quota perché vanno rispettati il principio di capacità contributiva e l’effetto perequativo dei conguagli. Intanto l’effetto della divisione deve essere valutato nella sua interezza e non soltanto per una singola operazione di cui essa si compone. Poi è sufficiente che l’arricchimento di uno o più coeredi non abbia superato il valore complessivo della quota ereditaria oggetto della divisione stessa.

Cassazione, ordinanza 30956/2021