ApprofondimentoControlli e liti

Leveraged cash out e recesso atipico, l'indebito vantaggio fiscale al vaglio del Fisco

di Viviana Maria Cirrito

N. 48

settimana-fiscale

In sede di risposte ad interpelli, l'Amministrazione finanziaria si è confrontata varie volte con operazioni di leveraged cash out, che, estrinsecandosi nella forma del c.d. "recesso atipico", hanno suscitato dubbi di legittimità fiscale sotto il profilo dell'abuso del diritto, allorché nella dinamica attuativa abbia fatto ingresso l'istituto della rivalutazione agevolata delle partecipazioni. Attraverso l'analisi ragionata di tali documenti di prassi – anche molto recenti – si tenterà di offrire un inquadramento complessivo del fenomeno in parola.

Premessa

Una recente risposta ad interpello (la 195 dello scorso 9 ottobre) riporta all'attenzione delle Entrate la dibattuta questione circa la natura elusiva dell'esercizio di recesso atipico del socio, effettuato previa rivalutazione a pagamento della relativa partecipazione.

Sul punto, l'Amministrazione finanziaria ha censurato a più riprese...

  • [1] Da ultimo, dalla legge di Bilancio 2024 (L. 213/2023, articolo 1, commi 52 e 53) che ha fissato l'imposta sostitutiva per l'affrancamento al 16%.

  • [2] Ossia con riguardo al costo fiscale delle partecipazioni oggetto di recesso, esclusione e riscatto, a fronte dei quali le somme ricevute dal socio a tale titolo sono equiparate, ai fini impositivi, ai dividendi «per la parte che eccede il prezzo pagato per l'acquisto o la sottoscrizione delle azioni o quote annullate».

  • [3] Un illustre chiarimento sul tema è stato offerto da Assonime, nella circolare n. 21/2016, secondo cui possono considerarsi "circolari" quelle operazioni «in cui gli atti posti in essere non determinano una modificazione significativa dell'assetto giuridico economico preesistente del contribuente e le scelte compiute determinano, in sostanza, effetti prettamente fiscali».