Professione

Necessario ripartire dalle istanze della base

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di Maria Carla De Cesari

L’augurio di buon lavoro al vincitore Massimo Miani, eletto alla presidenza del Consiglio nazionale dei commercialisti, non è una semplice formalità. I commercialisti, da tempo, manifestano un forte disagio e la proclamazione dello sciopero è solo il segno più eclatante. Non vale dire che i nuovi dati richiesti dall’amministrazione finanziaria sull’Iva saranno generati da software e da una diversa organizzazione del lavoro. Tutto è fattibile, ma l’esasperazione della base dei professionisti non può essere ignorata o classificata come una reazione esagerata. Da anni i professionisti si sono impegnati a mandare, in via telematica, i dati più disparati al fisco, sempre con l’obiettivo della lotta all’evasione e con la promessa di un ritorno in maggiore efficienza della macchina organizzativa. Non vorremmo essere ingenerosi nel dire che siamo ancora molto indietro nel centrare l’obiettivo e nel mantenere la promessa. Fatto sta, però, che la macchina amministrativa viaggia ancora a scartamento ridotto. La lentezza nel corrispondere in servizi ciò che professionisti e imprese hanno in questi anni pagato con la telematizzazione e l’invio dei dati spiega in parte il senso di frustrazione. A Miani toccherà raccogliere le istanze della base e cercare di riannodare il filo del dialogo, riconoscendo i progressi di questi anni quale punto di partenza per delineare servizi fiscali più a misura di professionisti e operatori. Una parola anche su Gerardo Longobardi che ha gestito una fase molto delicata della vita della categoria e che ha fino all’ultimo ha conteso la presidenza a Miani. La campagna elettorale non è stata esente da durezze, che vanno però considerate quale espressione dell’esercizio della democrazia. Tuttavia, se in questa consiliatura si troverà il modo di mettere mano al decreto 139/2005, si potrebbe modificare l'ordinamento per dare spazio in Consiglio nazionale anche alla minoranza, superata la fase di transizione nell’unificazione di dottori e ragionieri. Sarebbe un modo per dare voce a un numero maggiore di istanze dalla categoria e per coinvolgere nella rappresentanza professionalità importanti, al di là del fatto di non essere tra i vincitori.

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