Imposte

Per il Dl sulla manovra domani l’ultimo via libera

di Marco Mobili e Marco Rogari

Mentre la manovra correttiva sta per tagliare il traguardo dell’approvazione finale in Parlamento già si apre il cantiere della legge di bilancio autunnale. Come ampiamente annunciato, per blindare il maxi-decreto (che scade il 23 giugno) ed evitare qualsiasi ulteriore modifica rispetto al testo licenziato dalla Camera oggi il Governo ricorrerà nuovamente al voto di fiducia. Che, a meno di sorprese dell’ultima ora dettate dalla conferenza dei Capigruppo, sarà votata domani con il via libera definitivo dopo il breve passaggio in commissione Bilancio.

Le tensioni che avevano accompagnato la manovrina a Montecitorio per lo strappo dei “bersaniani” sul “dopo voucher” sono proseguite a Palazzo Madama. Mdp con il suo capogruppo Cecilia Guerra ha confermato che non parteciperà al voto di fiducia a seguito del nuovo “no” di esecutivo e maggioranza all’emendamento dei “bersaniani” per sopprimere le misure alternative ai buoni lavoro approvate dalla Camera. Il disco verde al maxi-decreto che dà il via alla correzione da 3,4 miliardi concordata con Bruxelles, è scontato ma resta l’incognita dei numeri in Aula. Numerose le novità in arrivo sul versante fiscale. A partire dall’accelerazione dei rimborsi Iva per mitigare gli effetti su imprese e professionisti obbligati allo split payment allargato e dalla Web tax in versione transitoria. Arrivano anche l’addio agli studi di settore con l’introduzione degli indici di affidabilità fiscale (Isa) e la tassa Airbnb. Previsto pure lo stop alle monetine da 1 e 2 centesimi che non piace, però, alla commissione Finanze di Palazzo Madama: nonostante il parere favorevole al testo per il presidente Mauro Maria Marino (Pd) « si tratta di una misura errata con effetti inflazionistici sui beni di esiguo valore».

Con il maxi-decreto scatta anche una parziale sterilizzazione delle clausole di salvaguardia. Per disinnescare totalmente gli aumenti Iva nel 2018 sarà necessario reperire una dote di poco superiore ai 15 miliardi invece dei 19,4 miliardi attesi prima del varo del decreto. Gran parte della dote è appesa al negoziato tra Roma e Bruxelles sullo sconto da circa 9 miliardi chiesto dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. La Ue appare ben disposta. E l’ok potrebbe arrivare al termine dell’Eurogruppo e dell’Ecofin in calendario da giovedì. Anche se il vicepresidente della commissione Europea Valdis Dombrovskis ieri ha fatto capire che i tempi potrebbero essere un po’ più lunghi: «Sui bilanci pubblici avremo una discussione generale questa settimana all’Ecofin e successivamente presenteremo le nostre specifiche valutazioni anche per l’Italia».

Il ministro dell’Economia, dal canto suo, ha confermato l’impegno del Governo sulle riforme e sulla crescita.«Siamo a fine legislatura, non so quanto ancora vivrà. Il governo continua a perseguire la politica di riforme e continuerà a farlo, con la consapevolezza che la prossima legislatura dovrà spingere in avanti le potenzialità del Paese», ha detto Padoan intervenendo all’assemblea Assonime. L’intenzione dell’Esecutivo è di proseguire con azioni finalizzate ad alleggerire il peso fiscale su famiglie, imprese e lavoro. Su questo versante, secondo il neopresidente di Assonime, Innocenzo Cipolletta, occorrerebbe riequilibrare il carico fiscale che attualmente avvantaggia le rendite e i consumi e penalizza il lavoro e l’impresa. Assonime propone di «ripristinare una tassazione degli immobili e ridurre l’Irpef e l’Irap». Ma senza dimenticare l’Iva su cui Cipolletta indica una possibile soluzione: sfoltire la lista di beni e servizi oggi tassati con aliquote Iva ridotte e «spostare un po’ il carico fiscale dalla produzione ai consumi colpendo così maggiormente le importazioni e sgravando le esportazioni».

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