Proroghe tributarie con corsia più veloce
In teoria potrebbe essere la fine dei “comunicati-legge”, la prassi in base alla quale la proroga viene prima annunciata da un comunicato stampa per poi tradursi con estrema lentezza in un provvedimento pubblicato in «Gazzetta Ufficiale». Con l’emendamento al decreto fiscale approvato ieri in commissione Bilancio al Senato la decisione sul differimento temporale «degli obblighi dichiarativi e comunicativi relativi ai tributi amministrati» dalle Entrate potrà essere presa direttamente dal direttore dell’Agenzia «in presenza di eventi e circostanze che comportino gravi difficoltà per la loro regolare e tempestiva esecuzione e comunque in caso di ritardo nella pubblicazione delle specifiche tecniche per la trasmissione telematica dei dati relativi agli adempimenti stessi». A questo l’emendamento aggiunge poi che la proroga dei termini deve garantire un «termine congruo» e comunque non superiore a 60 giorni.
Quindi non servirebbe più passare da un Dpcm (decreto del presidente del Consiglio dei ministri). E questo consentirebbe di evitare, tanto per fare un esempio, quanto accaduto con l’ultima proroga del primo invio semestrale per lo spesometro: quella del 16 ottobre, che è “sbarcata” in «Gazzetta Ufficiale» ben 21 giorni dopo la scadenza.
Sempre lo stesso emendamento (oltre a trasferire la vigilanza dalle Entrate al Mef su Agenzia della Riscossione anche in relazione alla garanzia della trasparenza, dell’imparzialità e della correttezza nell’applicazione delle norme, con particolare riguardo ai rapporti con i contribuenti) stabilisce che la tenuta dei registri delle fatture emesse e degli acquisti con sistemi elettronici è considerata regolare anche senza trascrizione sui supporti cartacei nei termini previsti se in caso di acceso, ispezione o verifica i registri elettronici risultano aggiornati e «vengono stampati a seguito della richiesta avanzata dagli organi procedenti e in loro presenza».