Reddito cittadinanza solo se si possiedono quattro requisiti
Un sussidio monetario di 780 euro mensili per tre anni, e che scatterebbe al possesso di quattro requisiti, vale a dire ricerca attiva del lavoro, completamento dei percorsi di formazione, involontarietà della disoccupazione e reddito familiare. Non è ancora deciso se, trascorsi i tre anni, si potrà prorogare. È invece certo che il sussidio verrà tolto se non si accetta «almeno una delle prime tre proposte di lavoro eque e non lontane dal luogo di residenza» dell’interessato. Alzata l’asticella del deficit al 2,4%, per il reddito di cittadinanza il vice premier, e ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, conta di poter disporre di 10 miliardi di euro per far partire la misura di lotta alla povertà e di reinserimento occupazionale (potrebbe interessare, secondo fonti di governo, gli oltre 6 milioni di italiani oggi in difficoltà economiche).
L’avvio del reddito di cittadinanza è fissato per metà marzo. Prima però bisognerà completare la riforma dei centri per l’impiego, storicamente l’anello debole delle politiche attive italiane (prima e dopo il Jobs act). Un’operazione “titanica”. Sui servizi pubblici chiamati a offrire assistenza a chi cerca un impiego, il governo Conte potrebbe mettere sul piatto 1,5 miliardi. Risorse che serviranno, è scritto nella bozza di Programma nazionale di riforma (Pnr), «ad attuare un piano di assunzioni di personale qualificato, in aggiunta a quanto già definito nella precedente legge di bilancio», e realizzare (dopo tanti annunci) quel «sistema informativo unitario», in grado di offrire servizi avanzati a operatori e imprese per favorire la ricollocazione dei disoccupati.
Alla soglia di 780 euro mensili (calcolata per un single), si arriverebbe con un meccanismo ad integrazione; per i pensionati si è calcolato che sarebbero da aggiungere in media circa 300 euro (alla pensione minima o a quella sociale), per un disoccupato o un “povero”, percettore già di una forma minimale di reddito, si stima che serviranno altri 480 euro medi mensili (per raggiungere la cifra di 780 euro). Resta da chiarire il rapporto tra reddito di cittadinanza, Rei e Naspi (l’attuale assegno di disoccupazione), visto che intercetterebbero quote della stessa platea.
Sarebbero previste verifiche periodiche per monitorare l’effettiva attivazione del beneficiario; la presa in carico si dovrà fare presso i centri per l’impiego. L’ammontare del sostegno sarà rideterminato all’aumento del nucleo familiare (si pensa di usare una scala di equivalenza).