Ricavi consumati dagli obblighi fiscali
Un piccolo studio di commercialista vive soprattutto di assistenza di base contabile e fiscale. Il 36,5% delle piccole realtà professionali ricava da questi adempimenti oltre l’80% del fatturato, il 36,8% degli studi ottiene tra il 50 e l’80% del volume d’affari; poco meno dell’8% è affrancato dalla routine delle scadenze fiscali e contabili poiché queste attività di servizio rappresentano meno del 20% del fatturato.
L’analisi sul posizionamento di mercato è frutto di un’indagine della Fondazione nazionale dei commercialisti effettuata attraverso un sondaggio cui hanno risposto oltre 3.500 professionisti. La ricerca restituisce in poche cifre soprattutto la vita degli studi piccoli, composti da un titolare e due addetti (dipendenti e/o collaboratori).
Tra gli adempimenti fiscali sono ricompresi la tenuta della contabilità, la dichiarazione dei redditi, lo spesometro, le liquidazioni periodiche Iva, i modelli Intrastat, le comunicazioni dei dati per il 730, le certificazioni uniche, la fiscalità locale, le lettere per la compliance e gli avvisi bonari.
Sulla base delle risposte dei commercialisti, la Fondazione studi ha ricostruito costi e ricavi degli studi per gli adempimenti: i primi ammontano a 61.500 euro (spese per il personale, per il softwaree per la formazione, per banche dati e riviste). Il fatturato, invece, è stimato in 73.600 euro. Il margine è quindi di 12.100 euro; senza contare che nella colonna dei costi andrebbero aggiunte anche le ore lavorate dal professionista per l’assistenza di base (valore stimato in 40mila euro, cento giornate, per otto ore lavorative a 50 euro l’ora).
Se questo è un bilancio rappresentativo dei piccoli studi, oltre l’88% del campione considerato ritiene prioritario che il Fisco vada verso una riduzione degli adempimenti, oltre il 55% sollecita la riduzione delle aliquote Irpef e un po’ meno della metà considera importante la riduzione del cuneo fiscale. «Con tutti questi adempimenti e cambiamenti riusciamo a fatica a fare “consulenza alle aziende” limitandoci a dedicare la maggior parte del tempo a trasmettere dati e informazioni: ci stiamo trasformando in dipendenti dello Stato senza stipendio»: è la frase che più di ogni altra rappresenta il sentimento dei commercialisti e la lettura della propria situazione.
Ancora, sugli adempimenti «il cliente non recepisce l’impegno di tempo e di risorse che il professionista è costretto a impiegare»
La terapia proposta può essere così riassunta, sempre secondo il sondaggio: «semplicità e norme certe» e «reintroduzione di parametri tariffari».