Riforma dell’Irpef con due aliquote dal 2021
La leva fiscale per rafforzare la crescita. Il piano nazionale delle riforme (Pnr) allegato alla Nota di aggiornamento del Def mette al primo posto la riforma dell’Irpef con una “dual tax” in vigore dal 2021 e comunque come obiettivo di legislatura. Il taglio progressivo delle attuali cinque aliquote prima a tre e poi a due con un prelievo del 23% fino a 75mila euro e del 33% oltre questo limite sarà finanziata da una riduzione delle spese fiscali e da una rimodulazione delle aliquote Iva (ipotesi quest’ultima presente nelle bozze del Pnr ma non gradita dai leader di governo). Comunque sia il lavoro di riduzione del carico fiscale per oltre 41milioni di contribuenti, per l’Esecutivo Conte potrà spingere la crescita del Pil con effetti positivi per la finanza pubblica. Anche per questo, si legge nel Pnr il taglio dell’Irpef sarà effettuato per stadi successivi così da poterlo calibrare in funzione dei risultati conseguiti «che si ritiene possano essere superiori alle stime prudenzialmente adottate». Al primo posto nel processo di riduzione della pressione fiscale restano comunque sui redditi bassi e medi.
Da subito, invece, arriverà la flat tax per le partite Iva al 15% con ricavi fino a 65mila (per quota 100mila occorre il via libera della Ue) per semplificare gli adempimenti contabili e soprattutto in materia di Iva per quasi un milione e mezzo di soggetti. Confermata anche nel Pnr la pace fiscale per tutti i contribuenti con cartelle e liti pendenti e fino a 100mila euro. Al momento resta il tetto indicato nel contratto di Governo siglato a inizio legislatura da Salvini e Di Maio anche se nelle ultime settimane le stesse forze di governo hanno provato a innalzarlo fino a un milione. La fatturazione elettronica in vigore dal 1° gennaio 2019, la tracciabilità dei pagamenti, nonché l’utilizzo dei dati sulle transazioni incrociati con quelli delle dichiarazioni dei redditi, saranno le basi su cui incentrare la lotta all’evasione e all’elusione fiscale.
Nel Pnr 2019-2021 non poteva mancare la citazione sul taglio e la razionalizzazione delle spese fiscali ritenuto dal Governo gialloverde «un elemento importante per assicurare la trasparenza delle politiche di bilancio». Nel programma delle buone intenzioni viene previsto che la scelta delle agevolazioni su cui intervenire «sarà guidata da un’attenta valutazione, tenendo in considerazione aspetti legati al costo-efficacia» dei bonus fiscali, «ai risultati che hanno prodotto e ai loro impatti redistributivi».
Il Pnr non è però solo fisco. Sulla previdenza lo schema non cambia per centrare l’obiettivo dichiarato di 300/400mila pensionati in più già dal 2019: «Quota 100» con 62 anni minimi e 38 di contributi, fino a 64-36. Dai 65 anni in poi i contributi devono rimanere almeno 36 e non si possono avere più di due o tre anni di versamenti figurativi. Altra ipotesi in campo, per contenere la maggior spesa a 7/8 miliardi, è una penalizzazione dell’1,5% l’anno per i primi 5 anni di anticipo. Per le pensioni minime e gli assegni sociali si confermerebbe poi l’adeguamento di cittadinanza a 780 euro, con requisiti (e costi) ancora da chiarire.
Nel capitolo dedicato alle imprese, c’è spazio per la piattaforma pubblica che incentivi il venture capital coinvolgendo fondi pensione, casse di previdenza e assicurazioni, anche con dei nuovi vincoli di destinazione di una parte dei Pir (piani individuali di risparmio) verso le start up e le imprese non quotate. Si conferma l’istituzione di una Banca pubblica per gli investimenti, che dovrà avere la garanzia dello Stato.Si preannuncia il rafforzamento del Fondo di garanzia delle Pmi, in particolare della sezione speciale dedicata alla micro-imprenditorialità e - sempre in chiave piccole imprese - si punta ad alcune modifiche sugli appalti pubblici. In particolare, ad assegnare i contratti sotto la soglia comunitaria con una riserva di quote per le Pmi.
Rispunta poi la legge annuale per la concorrenza, di cui si intende approvare una nuova edizione. Per l’energia si fissa l’obiettivo di arrivare al 2050 con un sistema energetico alimentato solo da fonti rinnovabili.
Da menzionare anche il paragafrafo sulle concessioni, dove si annuncia entro fine 2019 una mappatura completa e la messa a punto di una legge quadro sul riordino e la valorizzazione delle partecipazioni e delle concessioni. I proventi di quelle governative e di quelle locali confluiranno in un Fondo di ammortamento del debito pubblico. Nel capitolo sanità oltre a prevedere la spinta informatizzazione dell’intero settore tra gli obiettivi strategici c’è anche l’aumento delle risorse investite in R&S con la promozione della collaborazione tra pubblico e privato.