Adempimenti

Rimborsi del 730, blocco preventivo con incoerenze e irregolarità negli anni passati

Le Entrate individuano i profili di rischio per il modello 2023. Lo stop può scattare anche in presenza di crediti superiori a 4mila euro

L’Agenzia individua con il provvedimento 203543/2023 gli elementi di incoerenza che potrebbero far scattare il blocco dei rimborsi d’imposta contenuti nei modelli 730/2023.
Gli alert previsti, sono quelli identificati per gli anni precedenti. Nel provvedimento in questione non sono identificati criteri puntuali, né tanto meno degli importi al di sopra dei quali può scattare il blocco ai rimborsi per le incoerenze, ma vengono semplicemente fissate delle linee guida all’interno di alcuni segnalatori. Si tratta di:

• scostamento per importi significativi dei dati risultanti nei modelli di versamento, nelle certificazioni uniche e nelle dichiarazioni dell’anno precedente;

• presenza di altri elementi di rilevante incoerenza rispetto ai dati inviati da enti esterni (quelli che alimentano la precompilata) o a quelli esposti nelle certificazioni uniche;

• presenza di situazioni di rischio in base alle irregolarità verificatesi negli anni precedenti.

Le fattispecie evidenziate hanno tutte l’intento di intercettare sia situazioni nelle quali i dati possono essere in qualche modo alterati che casi nei quali viene, invece, semplicemente errata la digitazione dei dati nel modello trasmesso. La presenza di situazioni a rischio sulla base di irregolarità verificatesi negli anni precedenti sembra invece essere indirizzata a veicolare i controlli in tutte quelle situazioni nelle quali le irregolarità commesse negli anni precedenti possano in qualche modo influire sia sul riporto dei dati nelle dichiarazioni successive sia ad evitare che rettifiche operate in una certa annualità possano ripetersi in anni successivi. Il possibile blocco interessa le dichiarazioni presentate direttamente dal contribuente o tramite il sostituto d’imposta, con modifiche rispetto alla precompilata, ma pure quelle compilate dal contribuente e affidate ai Caf o ai professionisti.

Al di fuori degli indicatori in questione ricordiamo che il sistema può bloccare anche in presenza di crediti superiori a 4mila euro (articolo 5, comma 3-bis, del Dlgs 175/2014). In tali casi il blocco preventivo è lasciato alla discrezionalità dell’Agenzia in quanto non è per nulla scontato che ogni dichiarazione con un credito più elevato della sopracitata somme sia automaticamente soggetta al controllo preventivo.

Se la verifica da esito positivo il rimborso viene erogato dalle Entrate non oltre il sesto mese successivo al termine previsto per la trasmissione della dichiarazione che quest’anno è fissato al 30 settembre 2023 (2 ottobre perché cade di sabato).

L’esperienza insegna che lo sbarramento avviene solo in presenza di modifiche significative rispetto al precompilato e in generale rispetto ai dati presenti in Anagrafe tributaria.

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