Professione

Srl, controllo interno se si supera una soglia per due esercizi

immagine non disponibile

di Giovanni Negri

Alla fine, come anticipato sul Sole 24 Ore del 1° giugno, passa la soluzione di compromesso sull’obbligo di adozione dell’organo di controllo interno nelle società a responsabilità limitata. Ha tenuto alla prova dell’Aula del Senato, ma il veicolo è stato individuato nella legge di conversione del decreto “sblocca-cantieri”, che ora passa all’esame della Camera, e non nel decreto crescita, l’intesa tra Lega, 5 Stelle e ministero della Giustizia.

La soluzione individuata prevede sì il raddoppio dei parametri oggi inseriti nel nuovo Codice della crisi d’impresa (i nuovi valori sono 4 milioni di attivo, altrettanti di ricavi e 20 dipendenti) ma, nello stesso tempo ne stabilisce la necessità del superamento anche solo di uno per due esercizi consecutivi. Un’alchimia tra indici ed esercizi che però fa la differenza, visto le conseguenze di ciascuna scelta, soprattutto quelle sui parametri avrebbero avuto conseguenze importanti. Sulla base delle prime stime, infatti, l’emendamento approvato dovrebbe condurre circa 80mila Srl a dovere adottare il sindaco oppure il revisore. Se invece si fosse scelta la strada del superamento di due indici il numero delle società interessate si sarebbe drasticamente abbattuto tra 20 e 30mila.

Una differenza non banale che avrebbe poi potuto condizionare o ridimensionare le misure di allerta che del Codice della crisi rappresentano senza dubbio la disposizione più innovativa, indirizzata a evitare o limitare i casi di insolvenza. Se infatti l’allerta deve essere innescata attraverso due canali, quello dei creditori pubblici (Inps, Entrate e riscossione)e quello del controllo interno, il perimetro delle società da quest’ultimo interessato assume un peso determinante. Con meno società, meno controllo e minori segnalazioni.

Ciascuna delle parti coinvolte dall’accordo alla fine può per qualche ragione cantare vittoria. La Lega porta a casa comunque un ridimensionamento delle piccole società interessate, venendo incontro alla protesta su aumento dei costi di gestione e di adempimenti burocratici (stime di Banca d’Italia identificavano in circa 180mila le Srl coinvolte sulla base dei parametri pre-emendamento). Il Movimento 5 Stelle e il ministero della Giustizia tengono ferma la linea del Piave del superamento anche di un solo indice, evitando un arretramento eccessivo che avrebbe affossato l’allerta.

E anche i dottori commercialisti da subito molto critici rispetto a ipotesi più oltranziste circolate nelle settimane scorse, con emendamenti assai più pesanti sempre da parte della Lega, possono contare su una soluzione comunque di equilibrio che non comprometterà i miglioramenti della tenuta delle società anche per effetto del controllo interno.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©