Finanza

Stop al cofinanziamento della patrimonalizzazione

Scende al 15% la quota a fondo perduto per le altre misure

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di Roberto Lenzi

Arrivano le risorse per il rifinanziamento del fondo gestito da Simest che garantisce il cofinanziamento a fondo perduto, ma la quota a fondo perduto scende al 15% nel 2021 e cala ulteriormente dal 2022. Addirittura la misura a sostegno della patrimonializzazione vede azzerare la quota a fondo perduto. In precedenza il contributo a fondo perduto era stato erogato con una quota del 40% rispetto ad un massimo teoricamente previsto del 50 per cento . Ammonta a 400 milioni di euro il rifinanziamento per l'anno 2021, destinato a garantire la concessione degli aiuti a fondo perduto; questi fondi si sommano agli 1,2 miliardi di euro previsti per rimpinguare il fondo destinato alla concessione dei finanziamenti a tasso agevolato. Dal 2022, il contributo a fondo perduto scenderà ulteriormente al 10 per cento. Questo emerge dall' ultima bozza del Dl Sostegni-bis in merito alle agevolazioni per l'internazionalizzazione a favore delle imprese che attingono al fondo Legge 394/81. I contributi a fondo perduto saranno concessi quale incentivo da riconoscere a fronte di iniziative caratterizzate da specifiche finalità o in settori o aree geografiche ritenuti prioritari, secondo criteri selettivi e modalità stabiliti con una o più delibere del Comitato agevolazioni.

Patrimonializzazione

Il decreto-legge prevede che siano «escluse dai cofinanziamenti a fondo perduto le richieste di sostegno alle operazioni di patrimonializzazione presentate successivamente alla data di entrata in vigore» dello stesso. Lo strumento a sostegno della patrimonializzazione delle imprese rimane operativo ma consentirà alle imprese di accedere esclusivamente al finanziamento agevolato. La misura è destinata sempre a finanziare Pmi e mid-cap. Le grandi imprese rimangono escluse. Il finanziamento è finalizzato al miglioramento o mantenimento del livello di solidità patrimoniale (rapporto patrimonio netto / attività immobilizzate nette) al momento della richiesta di finanziamento (livello d'ingresso) rispetto a un livello soglia predeterminato. L'importo massimo finanziabile è di 800mila euro con un tetto pari al 40% del patrimonio netto dell'impresa. La durata del finanziamento può arrivare a 6 anni, di cui 2 di preammortamento. Nella scorsa edizione della misura, le imprese hanno potuto ottenere una quota a fondo perduto pari al 40% del finanziamento, possibilità ora preclusa.

Quota del 15% a fondo perduto

Fino al 31 dicembre 2021, i cofinanziamenti a fondo perduto sono concessi fino al limite del 15% dei finanziamenti concessi ai sensi della legge 29 luglio 1981, n. 394. La concessione subirà uno stop se saranno esaurite le risorse disponibili. Le iniziative papabili, considerando che la patrimonializzazione è esclusa da fondo perduto, riguardano la partecipazione a fiere internazionali, i programmi di inserimento sui mercati esteri, l'acquisizione dei servizi di un temporary export manager, la realizzazione di investimenti in ambito “e-commerce”, la realizzazione di studi di fattibilità e l'assistenza tecnica all'estero.

A queste sei misure potranno partecipare tutte le imprese a prescindere dalla dimensione, quindi anche le grandi imprese. Anche per queste misure, il ridimensionamento del fondo perduto è comunque importante, poiché la quota passa dal 40% reale (già ridotto rispetto alla norma che consentiva di arrivare fino al 50%), ad un massimo del 15%, importo più che dimezzata rispetto all'ultimo sportello attivo nel 2020.

Il decreto già prevede che dal 1° gennaio 2022, i cofinanziamenti a fondo perduto subiranno un'ulteriore decurtazione che li vedrà scendere al 10% dei finanziamenti, perdendo quindi ulteriori cinque punti percentuali.

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