Imposte

Trust, tassato per trasparenza il beneficiario del comparto

Il meccanismo previsto in una risposta non pubblicata dall’agenzia delle Entrate. Il requisito è la gestione autonoma e separata dei vari segmenti

di Marco Piazza

In una recente risposta non pubblicata, l’Amministrazione finanziaria si è occupata per la prima volta dell’applicazione dell’articolo 73, comma 2, ultimo periodo del Tuir a un trust trasparente con patrimonio suddiviso in “sotto-fondi”, confermando che se ciascun beneficiario individuato ha diritto di ricevere solo la totalità dei frutti derivanti dai beni segregati nel “sotto-fondo” a lui riconducibile il reddito che gli viene imputato per trasparenza è solo quello prodotto dal “sotto-fondo” di pertinenza.

L’istante, nella sua qualità di beneficiario residente di un trust trasparente fiscalmente residente all’estero, aveva il solo diritto di pretendere dai trustee la distribuzione dei redditi prodotti dai beni segregati nel “sotto-fondo” a lui riconducibile, senza che egli potesse vantare alcun diritto rispetto al “sotto-fondo” afferente all’altro beneficiario, in nessuna fase della vita del trust.

Fintanto che i “sotto-fondi” hanno presentato la medesima composizione (segnatamente, la stessa quantità e lo stesso tipo di azioni in una società di diritto estero), la caratteristica suddivisione del patrimonio del trust non ha generato alcuna incertezza con riferimento al trattamento fiscale dei redditi conseguiti dal trust in capo all’istante.

Venuta però meno, per effetto di alcune vicissitudini che hanno interessato il trust e i relativi beneficiari, l’esatta corrispondenza nella composizione dei “sotto-fondi” attribuibili ai diversi beneficiari, sono emersi dubbi circa la relativa modalità di imposizione. Ci si chiedeva in particolare se, in assenza di una specifica quota indicata nell’atto di trust o in documenti successivi, i redditi del trust dovessero essere assoggettati a imposizione in parti uguali fra i beneficiari o se, al contrario, potesse assumere rilievo l’esistenza dei “sotto-fondi”.

Secondo l'Agenzia – che ha confermato la tesi del contribuente la circostanza che il patrimonio del trust sia suddiviso in più “sotto-fondi” fra loro autonomi e distinti non è atta a incidere sull’applicazione dell’articolo 73, comma 2 del Tuir: se i “sotto-fondi” sono costituiti e amministrati in modo tale da garantire, giuridicamente e sostanzialmente, che ciascun beneficiario non percepisca e non possa percepire dal trust altri redditi se non quelli generati dal “sotto-fondo” a lui intestato, solo tali redditi devono essergli imputati per trasparenza ai fini Irpef.

Nel caso in cui uno dei “sotto-fondi” dovesse estinguersi, la medesima disciplina continuerebbe a trovare applicazione con riferimento ai “sotto-fondi” residui, fintanto che permanga invariata in fatto e in diritto l’impossibilità per i beneficiari superstiti di vantare diritti concreti e attuali in relazione alla distribuzione degli eventuali redditi generati dal trust al di fuori del “sotto-fondo” di propria pertinenza.

In sostanza nel tassare i beneficiari di un trust trasparente, nonostante l’unitarietà del trust, non si può prescindere dall’effettiva quota dei redditi che il beneficiario ha diritto di pretendere, indipendentemente dalla circostanza che questa sia chiaramente esplicitata nei documenti del trust, ovvero sia ricavabile dalla particolare suddivisione del patrimonio in sottofondi dedicati.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©