Web tax sui servizi con aliquota del 3%
La web tax prevista dal 2019 è concepita come una imposta sulle transazioni digitali “business to business” (quindi non verso i consumatori) a carico di operatori economici italiani e stranieri che effettuino più di 3mila prestazioni di servizi “digitali” all’anno. L’aliquota è pari al 3% delle vendite di servizi quali la pubblicità e l’analisi e la conservazione dei dati. I servizi effettuati con mezzi elettronici saranno individuati da un Dm Mef. Si tratta di servizi forniti attraverso internet “automatizzati”, con un intervento umano minimo e impossibili da rendere in assenza di tecnologia.
L’aliquota del 3% si applica sul valore della singola transazione ovvero sul corrispettivo dovuto al netto dell’Iva. L’imposta è prelevata all’atto del pagamento da chi riceve il servizio (committente) con obbligo di rivalsa sui prestatori. L’imposta è versata dal committente entro il 16 del mese successivo al pagamento. Il meccanismo ricorda quello di una ritenuta applicata e versata dal committente ma le modalità attuative e il monitoraggio delle transazioni non sono immediati e c’è il rischio sia considerata una doppia Iva. Si sovvertono gli intendimenti iniziali per un’imposizione su soggetti stranieri che producono ricavi in Italia e si passa a una maggiorazione impositiva su soggetti italiani e stranieri che operano solo in un determinato comparto dell’economia digitale.