E-fattura, Isa e adempimenti: i benzinai proclamano lo sciopero
Ci sono soprattutto questioni fiscali alla base dello sciopero di 48 ore dei distributori di carburante proclamato ieri dalle tre principali associazioni di categoria dalle 6 del 6 novembre. Faib-Confesercenti, Fegica-Cisl e Figisc-Confcommercio protestano per «adempimenti inutili e cervellotici» come fatturazione elettronica, registratori di cassa telematici, rimodulazione dell’Isa (Indice sintetico di affidabilità), documenti di trasporto Das, operazioni giornaliere per l’ invio dei corrispettivi.
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Sotto accusa, dunque, sia misure già in vigore sia le ultime introdotte in funzione antifrode dal decreto fiscale. E, per le organizzazioni, i gestori sarebbero trasformati in controllori dell’intera filiera, con responsabilità anche penali, senza che i fornitori e l’agenzia delle Entrate forniscano «i documenti necessari per la contabilità».
Ma le motivazioni dello sciopero sono anche economiche e contrattualistiche: da sempre i gestori sono l’anello più debole della filiera e lamentano margini di guadagno strettissimi e il comportamento di compagnie petrolifere e nuovi soggetti che sono diventati titolari di impianti, «nel più assoluto silenzio della pubblica amministrazione». Una sorta di dumping contrattuale, sul quale è già iniziato un confronto con Assopetroli, per trovare con i retisti formule diverse, da sottoporre poi al ministero dello Sviluppo economico. E anche i retisti sono parzialmente insoddisfatti delle misure antifrode del decreto fiscale: alcune paiono eccessive, mentre la deroga all’abolizione delle lettere d’intento «potrebbe trasformarsi in falla».
Forfettari e precompilata, nel quadro LM anche i compensi non effettivamente percepiti
di Fabio Giordano, Comitato tecnico AssoSoftware