Adempimenti

E-fattura, Isa e adempimenti: i benzinai proclamano lo sciopero

di Maurizio Caprino

Ci sono soprattutto questioni fiscali alla base dello sciopero di 48 ore dei distributori di carburante proclamato ieri dalle tre principali associazioni di categoria dalle 6 del 6 novembre. Faib-Confesercenti, Fegica-Cisl e Figisc-Confcommercio protestano per «adempimenti inutili e cervellotici» come fatturazione elettronica, registratori di cassa telematici, rimodulazione dell’Isa (Indice sintetico di affidabilità), documenti di trasporto Das, operazioni giornaliere per l’ invio dei corrispettivi.

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Sotto accusa, dunque, sia misure già in vigore sia le ultime introdotte in funzione antifrode dal decreto fiscale. E, per le organizzazioni, i gestori sarebbero trasformati in controllori dell’intera filiera, con responsabilità anche penali, senza che i fornitori e l’agenzia delle Entrate forniscano «i documenti necessari per la contabilità».

Ma le motivazioni dello sciopero sono anche economiche e contrattualistiche: da sempre i gestori sono l’anello più debole della filiera e lamentano margini di guadagno strettissimi e il comportamento di compagnie petrolifere e nuovi soggetti che sono diventati titolari di impianti, «nel più assoluto silenzio della pubblica amministrazione». Una sorta di dumping contrattuale, sul quale è già iniziato un confronto con Assopetroli, per trovare con i retisti formule diverse, da sottoporre poi al ministero dello Sviluppo economico. E anche i retisti sono parzialmente insoddisfatti delle misure antifrode del decreto fiscale: alcune paiono eccessive, mentre la deroga all’abolizione delle lettere d’intento «potrebbe trasformarsi in falla».

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