L’allerta richiede aiuti per le imprese
Tra i considerando della direttiva Insolvency di giugno 2019 suscita attenzione quello che individua in una efficiente gestione delle crisi un presidio per evitare l'accumulo di Npe (non perfoming exposure) nel mercato unico. È un dato di grande interesse perché assegna alla disciplina delle crisi delle Pmi una funzione sistemica, che inizialmente era stata riconosciuta solo per quelle delle banche.
Le ricadute di questo importante segnale che ci arriva dall'Europa possono essere due. La prima riguarda il nostro prossimo sistema di allerta. La seconda la ristrutturazione dei debitori nelle operazioni di cessioni di Npe. Vediamole entrambe.
L'allerta è stata pensata nella riforma Rordorf per aiutare le imprese in affanno a recuperare la continuità aziendale. Al di là della questione della sua entrata in vigore, per adesso a settembre 2021, sul terreno dell'allerta si giocherà la partita cruciale dell'ammodernamento della gestione delle crisi. Manca però un tassello importante: il sostegno finanziario alle imprese. Al riguardo il silenzio del mondo bancario è eloquente. Le banche non saranno in grado di aiutare le imprese in difficoltà, men che meno quelle che entrano in allerta.
Dove trovare allora le risorse per dare qualche chance di successo all'allerta ? Questa sarà la sfida più delicata. Le Pmi potrebbero trovarsi strette da un meccanismo che non offrirebbe vie d'uscita. Su questo punto occorrerà dunque pensare a soluzioni di sistema che possano incentivare forme di finanziamento non bancario alle imprese in allerta, o agevolare le ricapitalizzazioni con apposite detassazioni.
La seconda ricaduta riguarda la ristrutturazione dei debitori nella cessione di Npe. Sappiamo che le banche sempre di più cederanno posizioni deterioriate per evitare il temuto credit crunch; ma spogliarsi di queste posizioni non può implicare un completo disinteresse per i debitori ceduti o una massificazione del loro trattamento. Uno strumento di grande interesse è stato introdotto nella disciplina delle cartolarizzazioni che consente di erogare nuova finanza ai debitori ceduti.
Va quindi valorizzata questa possibilità e occorre incentivare lo sviluppo di questo mercato perché divenga sempre più efficiente e strutturato. Per cui è da vedere con favore anche la previsione di un assetto più elastico, a causa della crisi Covid, delle garanzie dello Stato sulla cartolarizzazione delle sofferenze (le cosiddetteGacs). Allerta e Npe saranno su piani sempre più interdipendenti e tra le emergenze che occorre affrontare vi è quella del contenimento delle relative criticità, incentivando nuove strategie e nuovi operatori sul mercato finanziario non bancario.