Imposte

Case affittate da italiani in Francia: contributo transalpino per i locatori professionali

Il contributo può essere richiesto entro il 31 luglio e spetta al superamento di una determinata soglia di proventi

di Alberto Crosti e Stefano Vignoli


Similmente a quanto previsto dall'articolo 25 del decreto Rilancio, la Francia ha introdotto il “fonds de solidarité” volto ad alleviare i danni subiti dalle imprese d’Oltralpe per il quale Stato e Regioni hanno stanziato complessivi 7 miliardi di euro. Una possibilità che potrebbe interessare anche alcuni degli italiani che affittano abitazioni a uso turistico in Francia, ma a condizioni in verità molto restrittive.

Contributo in tempi rapidi, ma pensato per le piccole imprese
Il contributo non imponibile deve essere richiesto entro il 31 luglio 2020 e si rivolge alle imprese (ma anche a professionisti, artisti e autori) che siano stati colpiti dalla crisi economica da Covid-19. Considerati gli stringenti limiti di fatturato (inferiore a 1 milione di euro), dipendenti (al massimo 10) e reddito annuale imponibile (inferiore a 60 mila euro) l'agevolazione è di fatto rivolta a imprese di modeste dimensioni che sono comunque ampiamente diffuse sul territorio francese.

Il contributo spetta per i mesi di marzo, aprile e maggio 2020 a condizione di aver subìto un calo del 50% del fatturato rispetto al corrispondente mese del 2019 (o, in alternativa, rispetto alla media mensile del 2019). Per ciascun mese è riconosciuto un contributo statale pari alla perdita di fatturato nei limiti, comunque, di 1.500 euro mensili. Inoltre è previsto un contributo aggiuntivo da 2 a 5 mila euro (fino a 10 mila euro per le imprese appartenenti ai settori più colpiti) da richiedere per il tramite della Regione di appartenenza al ricorrere di determinate situazioni quali il rifiuto di un finanziamento dalla propria banca ovvero l’impossibilità di saldare i debiti scadenti a 30 giorni con costi fissi dei mesi di marzo, aprile e maggio ancora da saldare.

Come per il nostro contributo anche la corresponsione dell’aiuto francese avviene in tempi rapidi e la trasmissione dell'istanza da effettuarsi tramite il sito impots.gouv.fr è relativamente semplice.

Le incompatibilità previste
Occorre però, anche in Francia, diffidare dall’apparente semplicità: i criteri non sono infatti uniformi per tutti i mesi e variano anche in riferimento alla data di avvio dell’attività; d’altronde le numerose Faq a cui ha risposto l’amministrazione finanziaria francese testimoniano le difficoltà a individuare l’effettiva spettanza del contributo. Così occorre porre attenzione ad alcune incompatibilità che sono state previste, ad esempio, quando l’imprenditore abbia anche un contratto di lavoro a tempo pieno ovvero percepisca una pensione.

Tra i dubbi vi è anche quello se il contributo spetti alle attività delle (micro)imprese operanti nell’ambito della locazione di immobili che potrebbe riguardare anche i numerosi appartamenti locati dagli italiani in Francia. Infatti la legislazione francese prevede l'inquadramento come attività di (micro)impresa anche per la locazione di immobili ammobiliati (meublés) per cui il contributo potrebbe spettare anche a questi soggetti.

Una delle Faq ministeriali si è tuttavia espressa negativamente non riconoscendo il contributo ai locatori che non esercitano professionalmente (les loueurs en meublés non professionnels ne sont pas éligibles au fonds).

Le chance per il residente italiano che affitta l’immobile francese
È possibile che un residente italiano che gestisca in Francia immobili di proprietà dati in locazione “meublée” non abbia la percezione di quello che è il suo effettivo “status” fiscale: il passaggio da “loueur non professionel” a “professionnel” (Lmp) è legato al verificarsi di alcune condizioni tra le quali ad esempio l'ammontare delle locazioni, eccedenti 23.000 euro.

È quindi opportuno che il residente italiano detentore di immobili in Francia verifichi il suo corretto inquadramento fiscale, tenendo presente che lo stesso concerne il nucleo familiare nella sua interezza.

A ciò si aggiunga che, anche in Francia, i controlli sono fatti soltanto a posteriori per cui occorre porre attenzione a verificare l’effettiva spettanza del contributo.


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