Professione

La riforma del Fisco fa rotta sul reddito degli autonomi (dimenticando la «competenza»)

Le anticipazioni del sottosegretario Villarosa (M5S) sul progetto che punta ad una tassazione per cassa

di Marco Mobili e Giovanni Parente

Un ripensamento complessivo del sistema di tassazione e di versamento delle imposte per le partite Iva che non lascerà indietro anche il reddito di lavoro autonomo e in particolare dei professionisti. Ad annunciarlo al Sole 24 Ore è il sottosegretario al ministero dell’Economia, Alessio Villarosa (M5S).
Nel dibattito apertosi nelle ultime settimane per arrivare a un allargamento soggettivo e oggettivo del prelievo per cassa, sotto la lente c’è anche l’articolo 54 del testo unico sulle imposte sui redditi, ossia quello che riguarda i professionisti. «Stiamo ancora lavorando e ci sono ancora diversi punti aperti, sui quali quotidiano è il confronto con il mondo professionale e quello delle imprese», spiega Villarosa. Si tratterà di mettere mano e correggere le distorsioni che si sono prodotte nel tempo anche per effetto delle diverse categorie di costi e beni ammortizzabili ammessi (e in che percentuale) o meno in deduzione. Una revisione che rientra in un progetto di più ampio respiro, annunciato dal ministro Gualtieri e su cui è stata già lanciata una proposta da parte del direttore delle Entrate Ruffini. Progetto accelerato anche dall’emergenza economica causata dal coronavirus. A detta di Villarosa, «il principio di competenza per la determinazione del reddito necessita di una riflessione in quanto in questo periodo di fortissima crisi economica rischia di tassare redditi non percepiti, obbligando – nei casi più estremi – il contribuente a indebitarsi per fare fronte agli obblighi fiscali. Occorre ripensare il modello di imposizione». In altre parole «l’effettività della capacità contributiva comporta che il contribuente risulti sottoposto a tassazione con le effettive risorse a disposizione, così che non risulti costretto a indebitarsi per pagare le imposte».

Il punto di arrivo

La strada per arrivarci va ancora esplorata. «Purtroppo - fa notare il sottosegretario al Mef - sto notando una certa confusione nel dibattito, che spesso utilizza a sproposito i concetti di “cash flow tax”, quindi gli studi di Brown nel 1948 e del Comitato Meade nel 1978, assimilandoli alle posizioni in dottrina del professor Versiglioni – giusto per citare una autorevole dottrina - sul “reddito liquido”». Il punto di arrivo è «un avvicinamento dei presupposti impositivi agli articoli 66 e 54 del Tuir, forieri di non poche difficoltà interpretative». Si tratta dei due articoli del Testo unico che riguardano rispettivamente le imprese minori in contabilità semplificata e appunto gli autonomi. Solo intervenendo sulla semplificazione della determinazione della base imponibile si può approdare anche a un drastico ridimensionamento delle scadenze fiscali. Perché, non va dimenticato, il dibattito si è acceso dopo la forte presa di posizione dei commercialisti (seguiti poi da altre associazioni di categoria) per spostare ulteriormente la scadenza del 20 luglio per i versamenti annuali di saldo e acconto delle imposte sui redditi.Ma su uno scenario (futuribile) in cui sia l’agenzia delle Entrate a effettuare addebiti e accrediti magari su conti dedicati delle partite Iva, Villarosa predica cautela: «Non si può prescindere da un approccio su base volontaria e salvo conguaglio, magari prevedendo che possa essere lo stesso contribuente a disporre il versamento periodico. Si potrebbe anche arrivare a forme di precompilazione pure per gli autonomi. Procediamo con cautela e per step».Prima di ogni altro ostacolo si tratterà di superare lo scoglio di come gestire la partita degli ammortamenti e di quale aliquota Irpef applicare nel momento in cui si dovesse arrivare a una liquidazione mensile o trimestrale delle imposte sui redditi su base di cassa. «Al momento credo sia prioritario - sottolinea il sottosegretario - stabilire la latitudine dell’intervento, rimandando questi aspetti a una fase successiva. Sicuramente nell’ambito della determinazione di una “base imponibile liquida” occorre riflettere sul trattamento delle vicende economiche riconducibili agli asset materiali ed immateriali: una imputazione diretta costituirebbe un volano agli investimenti non trascurabile, ma da valutare».È chiaro che molto dipenderà dai tempi in cui la riforma si potrà realizzare. Pur lavorando «per abbreviare i tempi», Villarosa è convinto che la riforma necessiti di «un confronto – probabilmente anche serrato e critico – con i professionisti ed il mondo accademico, e non si può non coinvolgere sostanzialmente il Parlamento». Quindi la strada della legge delega per coinvolgere anche le opposizioni e che poi richiederà i tempi necessari per l’attuazione.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©