Professione

Professionisti: da Regioni e Casse di previdenza una spinta alle aggregazioni

Contributi a fondo perduto in Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia per chi si associa o crea una Stp. Sostegni dagli enti di categoria anche per esperti fiscali, legali, consulenti del lavoro e geometri <br/>

Illustrazione di Kelly Romanaldi

di Francesco Nariello

Contributi a fondo perduto per l’aggregazione di attività libero professionali o per le spese di avvio di una società tra professionisti. Misure assistenziali per la costituzione di reti e Stp, aiuti per l’acquisizione di quote di studi e prestiti agevolati utilizzabili a fini associativi. Sono gli strumenti messi a disposizione, attraverso bandi ad hoc, da Regioni e Casse previdenziali di categoria per spingere i professionisti a fare rete. Iniziative che, tuttavia – sebbene la scelta di aggregarsi, nella maggior parte dei casi, si traduca anche in una crescita di fatturato – non hanno molto appeal tra i professionisti, con adesioni che spesso restano al palo.

Le esperienze regionali

L’ultimo bando è quello lanciato dall’Emilia Romagna «per il rafforzamento e l’aggregazione delle attività libero professionali». Il plafond è di cinque milioni di euro per contributi a fondo perduto, fino al 55% della spesa ammessa – massimo 60mila euro –per investimenti che spaziano dalle attrezzature tecnologico-digitali all’acquisizione di brevetti e software, fino a lavori (massimo 5mila euro) per migliorare lo studio. Possono partecipare Stp, società «di ingegneria» o «tra avvocati», associazioni di professionisti e studi associati, ma anche singoli professionisti, ordinistici e non, con base sul territorio regionale. La propensione a fare «massa critica» è premiata dall’attribuzione, per l’ammissione al finanziamento, di un punteggio specifico connesso alla «capacità del progetto di favorire lo sviluppo dell’aggregazione». Domande dal 7 marzo al 6 aprile, interventi da realizzarsi entro l’anno.

Più mirato il programma della Regione Friuli Venezia Giulia per il sostegno alle spese di avvio e funzionamento dei primi tre anni di attività di studi associati o società tra professionisti. Si tratta, anche in questo caso, di contributi a fondo perduto: 50% delle spese, fino a 30mila euro (minimo 1.500 euro), elevato al 70% per le realtà composte da professionisti con meno di 36 anni. Le coperture spaziano dagli arredi alla realizzazione di siti web, ma anche ad adempimenti per l’esercizio della professione (contributi minimi previdenziali, premi assicurativi, quote iscrizione agli ordini). Diverse Regioni hanno invece bandi aperti per l’imprenditorialità che si estendono alle aggregazioni professionali o alla libera professione svolta in forma associata o societaria: dal credito agevolato (Liguria), a contributi a fondo perduto per la realizzazione di un sistema di qualità delle procedure e delle prestazioni (Friuli Venezia Giulia) fino al sostegno per la creazione di nuove imprese (Marche).

Ma non sempre le iniziative annunciate dalle amministrazioni regionali si concretizzano. È il caso del Lazio, che con il collegato al bilancio 2021 aveva stanziato 900mila euro per il triennio 2021-23 «a favore dello sviluppo di forme societarie e associative tra professionisti»: alla fine, però, la Regione non ha fatto alcun bando.

Le Casse di previdenza

A supporto delle aggregazioni si sono mosse, con formule più o meno dirette, anche alcune Casse professionali, raccogliendo – però – scarso riscontro tra gli iscritti. C’è tempo fino al 15 marzo per accedere al bando di Cassa dottori commercialisti per contributi (plafond: 500mila euro) alla costituzione di studi associati e Stp: massimo di 2.500 euro per richiedente (limite 10mila euro per studio/società); nel caso di reti tra professionisti (Rtp) contributo fino a mille euro per il singolo (5mila euro per la rete). È il terzo bando aperto nell’ultimo quadriennio: nei primi due le adesioni sono state bassissime e – nonostante l’estensione dell’accesso anche a chi ha oltre cinque anni di anzianità contributiva – la partecipazione sembra contenuta anche per l’edizione in corso.

Si è chiuso a settembre, invece, il bando di Cassa Geometri per iniziative di aggregazione professionale (1,5 milioni di euro), ma le domande – fa sapere l’Ente – sono ancora in istruttoria.

Accanto alle misure per il «passaggio generazionale», Enpacl prevede agevolazioni anche per la cessione di quote di studi, con erogazione al cessionario di un contributo a fondo perduto pari al 12% del finanziamento ottenuto. Iniziativa – spiega Fabio Faretra, dg della Cassa consulenti del lavoro – «che promuove una crescita graduale di dimensione degli studi, favorendo anche i più giovani». Ma sono «solo dieci le richieste arrivate negli ultimi due anni». Nei bandi annuali di Cassa Forense per prestiti agevolati agli under 35 (l’ultimo si è chiuso a ottobre), fa invece sapere il presidente Valter Militi, «abbiamo rilevato che circa una domanda su tre – delle 300 che arrivano in media – ha come finalità l’aggregazione». Ma perché i professionisti sono poco attratti dagli incentivi a fare rete? Riassume il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella: «Le Stp sono penalizzate sia per i costi previdenziali, con la duplicazione del contributo integrativo generato dalla doppia fatturazione, sia per il fisco, con l’impossibilità di accedere a normative vantaggiose, come la flat tax: così mancano stimoli ad aggregarsi».

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